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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

1945 - La Rinascita della Croce Verde A.P.M.

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Il Decreto n. 84 del 12 febbraio 1930 del Governo Fascista aveva sciolto la Croce Verde A.P.M. e tutte le altre Società di Pubblica Assistenza, obbligandole a cedere il loro patrimonio alla Croce Rossa. Erano iniziati così lunghi anni di silenzio e di oblìo. Già nel 1944, sotto il governo della Repubblica Sociale italiana, Aldo Vignolo, che era stato Segretario Generale della Croce Verde, si era dato da fare per ricostruire l’Associazione, ed aveva portato avanti ricerche di appoggio finanziario e morale con il Podestà e Prefetto Parini, ma senza risultati concreti, dato il terribile momento storico. La Galleria distrutta e l'ingresso degli Alleati a Milano I bombardamenti alleati avevano distrutto circa il 30-35% degli edifici, Milano all'arrivo degli alleati era stremata. Un primo incontro di vecchi soci avvenne alla fine di aprile del 1945, all’indomani della Liberazione, nei locali della tipografia Amabile. Da un vecchio armadio ricomparve una vecchia bandiera gelosamente

1930 - Lo scioglimento delle Pubbliche Assistenze

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Dopo la Marcia su Roma e la presa del potere, il Fascismo iniziò a trasformare l’Italia da paese liberale, costituzionale e parlamentare in una dittatura. Benito Mussolini Nel 1923 venne approvata una prima legge che consentiva al governo di legiferare attraverso decreti, sottraendo autorità al parlamento. A questa seguirono le cosiddette leggi “fascistissime”. Si cominciò con la legge n. 2263/25 che definiva le prerogative del Presidente del Consiglio dei ministri, il cui nome mutava in Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato e che stabiliva una responsabilità dello stesso nei confronti del solo Re e non più del Parlamento. La legge 2029/25 stabilì che tutte le associazioni di cittadini dovevano essere sottoposte al controllo della polizia; la legge 2307/25 impose la chiusura dei giornali antifascisti e una severa censura. Nel febbraio del 1926 i sindaci elettivi furono sostituiti dai Podestà, nominati direttamente dal governo. La legge 563/26 cancellò il diritto di scio