1930 - Lo scioglimento delle Pubbliche Assistenze
Dopo la Marcia su Roma e la presa del potere, il Fascismo iniziò a trasformare l’Italia da paese liberale, costituzionale e parlamentare in una dittatura.
Benito Mussolini |
La legge 2029/25 stabilì che
tutte le associazioni di cittadini dovevano essere sottoposte al controllo
della polizia; la legge 2307/25 impose la chiusura dei giornali antifascisti e
una severa censura.
Nel febbraio del 1926 i sindaci
elettivi furono sostituiti dai Podestà, nominati direttamente dal governo. La
legge 563/26 cancellò il diritto di sciopero e abolì i sindacati; il Regio
Decreto 1848/26 dichiarò che il partito fascista era il solo partito legale in
Italia, sciolse tutti i partiti contrari al regime e stabilì il confino di
polizia per gli antifascisti.
Con il Regio Decreto 1903/26,
venne istituita l’OVRA, la polizia segreta per la repressione di organizzazioni
sovversive; la legge 2008/26 istituì il Tribunale Speciale per la Difesa dello
Stato, con competenza sui reati contro la sicurezza dello Stato, per i quali
era prevista anche la pena di morte. La legge elettorale plebiscitaria del 1928
stabilì che l’elettore potesse esprimere semplicemente un “sì” o un “no” ad una
lista di 400 candidati, designata dallo Stato.
Con tali provvedimenti, le libertà democratiche e la dialettica politica venivano di fatto soppresse. Ovviamente, l’opera di fascistizzazione toccò anche le Associazioni di Volontariato e le Pubbliche Assistenze. Il regime non poteva far continuare a vivere una realtà che per sua stessa natura ne rappresentava l'antitesi, in quanto portatrice di valori quali la solidarietà, la condivisione, il servizio disinteressato. Nel 1930, con il Regio Decreto n.84 del 12 febbraio, venne imposto di trasferire alla Croce Rossa Italiana tutte le competenze relative al soccorso e vennero sciolte tutte le associazioni di volontariato prive di riconoscimenti giuridici.
Negli anni precedenti, la Croce Verde A.P.M. aveva dovuto trasgredire ai propri principi di apoliticità, modificando il proprio stemma con l’inserimento del fascio littorio[1] ed in accordo con le autorità del regime aveva dato vita nel 1925 con la Croce Bianca e le consorelle Verde Musocco e Verde Baggio ad una Unione delle Pubbliche Assistenze della Città di Milano[2], di cui era stato nominato presidente il Senatore Prof. Mangiagalli, eminente ginecologo, Sindaco di Milano dal 1922 con una giunta dapprima di coalizione e poi di soli appartenenti al Partito nazionale fascista. Alla morte del Mangiagalli, nel 1928,[3] la presidenza dell’Unione fu assunta da Aldo Veneziani, Presidente della Croce Verde A.P.M..
Il Corriere della Sera del 14 febbraio 1930 scrisse che “una recente legge vuole fuse e inquadrate nella Croce Rossa tutte le opere del pronto soccorso… l’evento sarà il primo esempio di quella unificazione che si vorrebbe provvidamente estesa a tutti i campi della beneficenza, così da eliminare tanti inutili doppioni.”
Un altro articolo pubblicato il 3
giugno 1930 sul “Popolo d’Italia”[4],
organo del Partito fascista, spiegava così lo scioglimento delle pubbliche
assistenze: “Il provvedimento, che riguarda tutta Italia, è ispirato al fine
di meglio armonizzare iniziative, mezzi e sacrifici su di un unico indirizzo,
per il raggiungimento del bene comune. Prima dell’applicazione del decreto, le
Istituzioni volontarie di soccorso erano in Italia circa 500. A Milano le due
istituzioni cittadine, Croce Verde A.P.M. e Croce Bianca, e le loro sezioni di
Baggio, Lambrate, Musocco e Sesto, daranno modo alla Croce Rossa di svolgere un
servizio perfetto. Il soccorso è stato
oggi accentrato e disciplinato in modo perfetto. E’ da segnalare, come atto di
spiccata disciplina, la spontaneità con la quale le sunnominate istituzioni,
sono passate, con la totalità dei loro soci, alla Croce Rossa Italiana.”
La sera del 28 marzo 1930 si era svolta l’ultima assemblea dei soci della Croce Verde A.P.M. Il verbale di tale assemblea, così come vari altri articoli, fotografie e documenti relativi alla fusione, è stato recentemente ritrovato nell’Archivio Storico del Comitato di Milano della Croce Rossa Italiana, che ringraziamo per la disponibilità e la cortesia.
Leggiamo nel verbale [5] che il Presidente Aldo Veneziani così si rivolse quella sera ai soci presenti: “Un recente decreto ha deliberato la fusione di tutte le opere di pronto soccorso sotto la gloriosa bandiera della Croce Rossa Italiana. Avremo quindi l’orgoglio di portare in questa fusione, col nostro onorato vessillo, la nostra efficiente organizzazione, non appena saremo chiamati a compiere l’atto. Ognuno di noi è quindi pronto a continuare la propria opera di bene e di pietà sotto il vessillo crociato di rosso, come ha fatto sotto quello crociato di verde, poiché la missione è sempre la stessa e l’animo che la compie non fa distinzione di colori. Bianco, rosso, verde, colori di passione e di onore per ogni italiano, vessillo della nostra patria adorata, oggi risorta a nuova vita per opera del suo grande figlio Benito Mussolini, che ad essa ha dedicato e dedica la sua infaticabile opera. Per l’Italia, per Benito Mussolini, per le opere di pronto soccorso: Eja! Eja! Alalà!”.
“Dopo aver dato lettura delle parole di approvazione ed auguri pervenutegli dal Segretario Federale, dal Vice podestà e da altre Autorità - continua il verbale – su proposta dell’Assemblea si delibera, dopo un vibrante Eja! Eja! Alalà! alla Patria e a sua Maestà, di inviare al Capo del Governo il seguente telegramma:
A Sua Eccellenza Benito
Mussolini Capo del Governo – Roma
Consiglio e Militi Croce Verde
Milano uniti assemblea annuale accolgono disciplinati fusione Croce Rossa
pronti continuare loro opera di pietà strenuamente devoti alla Patria ed al suo
Duce Magnifico. Aldo Veneziani Presidente.”
Il 22 giugno del 1930, nella Sede della Croce Verde A.P.M. in via Corridoni 31 (già via Stella) viene redatto e sottoscritto da ambo le parti il “Verbale di consegna alla Croce Rossa Italiana delle attività e passività, documenti contabili e beni della Croce Verde Assistenza Pubblica Milanese” [6]. In esso leggiamo che vennero consegnati: Atto Costitutivo, Atto di Scioglimento, Libro Verbale Consiglio e Assemblee dei Soci, Libro Soci, Contratti di locazione, assicurazione, fornitura, Libro Cassa, Mastro debitori e creditori, libro giornale e libri inventari, chiusi al 31 maggio 1930. Purtroppo questi documenti non sono più presenti nell’Archivio Storico del Comitato di Milano della Croce Rossa Italiana, ad eccezione del suddetto Libro Assemblee.
Il 29 giugno 1930 si svolse a Milano la cerimonia ufficiale di fusione delle Croci. Alcune fotografie dell'evento sono riemerse dall’Archivio Storico della Croce Rossa di Milano [7].
Tre immagini della Cerimonia del 29 giugno 1930 (Archivio Storico CRI MILANO) |
“Ieri mattina, nel cortile della Rocchetta al Castello Sforzesco sono stati consegnati alla Croce Rossa i vessilli delle disciolte associazioni di pubblica assistenza cittadine. I militi dell’antica Croce Verde e quelli della Croce Bianca, si sono dati convegno per le 09.30 in piazzetta Palazzo Reale e in corteo si sono recati al Castello, dove già attendevano una folla di invitati ed Autorità. Con la musica Presidiaria e la banda Aldo Sette che suonavano gli inni della Patria, erano schierate nel cortile tutte le lettighe già di proprietà delle disciolte associazioni. Il Commissario della Croce Rossa avv. Pini, dopo aver ricordato i principi a cui si è ispirata la fusione, per un migliore coordinamento dei servizi, ha detto che la Croce Verde e la Croce Bianca hanno portato alla Croce Rossa milanese 360 militi esperti ed entusiasti e 15 autoambulanze perfettamente attrezzate.”
La Cerimonia proseguì con i
discorsi del Deputato Avv. Gianturco e del Podestà di Milano, Duca Marcello Visconti
di Modrone. Prese infine la parola il Comandante Corpo Militi della Croce Rossa
di Milano, Capitano Umberto Borroni, che dopo aver dato il benvenuto a tutti i
volontari delle altre Associazioni, così concluse [9]:
“Il nostro Governo Nazionale autorizzava con Decreto la C.R.I. ad assorbire tutte le Società Volontarie di Soccorso per riunirle in un sol fascio, sotto un’unica direzione, per meglio rispondere alle necessità odierne. Milano, anche questa volta, ha saputo essere all’avanguardia del grande movimento, prima fra le prime. In pochi mesi ha riunito sotto il fiammeggiante emblema della C.R.I. tutte le gloriose associazioni volontarie esistenti, formandone un grande organismo, militarmente inquadrato e disciplinato. Molto lavoro è ancora da farsi, ma continuiamo la nostra missione in umiltà e silenzio a favore dell’umanità sofferente, senza nulla domandare, tutto donando. Credo con questo di aver corrisposto al compito affidatomi di commemorare l’Idea e l’Azione. Per l’Italia, per il Re e per il Duce: Eja! Eja! Alalà!”
Terminata la manifestazione, un corteo con alla testa i corpi musicali accompagnò i vessilli delle disciolte associazioni in Via Silvio Pellico 8, dove essi rimasero custoditi nella Sede del Comitato Milanese della Croce Rossa. La Croce Rossa installò la sua nuova centrale operativa nei locali della ex Sede della Croce Verde A.P.M., in Via Corridoni 31. Il numero telefonico per le chiamate rimase il 70748, quello della Croce Verde A.P.M..
Cinque anni dopo, il Corriere della Sera riportò la notizia che, nell’ambito dell’iniziativa “Oro alla Patria”, conseguente alle sanzioni decise contro l’Italia dalla Società delle Nazioni per l’invasione dell’Etiopia, il Presidente del Comitato Provinciale della Croce Rossa Innocenzo Pini “ha consegnato il medagliere e le coppe della Croce Rossa di Milano e delle disciolte Associazioni Croce Verde Assistenza Pubblica Milanese e Croce Bianca… Si può misurare l’intimo e incoercibile orgoglio della stirpe, che colpito da un tentativo nefando e vile di soffocamento, reagisce con tutte le sue forse morali e abdica a quel poco che possiede per fornire nuovi mezzi di resistenza alla Patria.”[10]
Si ringrazia l'Archivio Storico della Croce Rossa di Milano per la disponibilità e la collaborazione.
[1] Archivio Storico CRI
Milano, Reg.132
[2] Corriere della Sera,
19.12.1924
[3] Idem, 10.7.1928
[4] Archivio
Storico CRI Milano, Reg.132
[5] Archivio Storico CRI
Milano, Reg. 5192
[6] Idem, B168 F4475
[7] Idem, Reg. 132
[8] Corriere della Sera, 30
giugno 1930
[9] Archivio Storico CRI
Milano, Reg.132
[10] Corriere della Sera, 27.11.1935