La prima autoambulanza di Milano
Nel 1907, il Consiglio Direttivo della Croce Verde di Milano approvò un progetto nuovo e modernissimo: realizzare un nuovo mezzo di soccorso, sino al quel giorno mai utilizzato: la prima “Vettura Automobile” per il trasporto degli infermi.
Il Consiglio incaricò il Direttore Sanitario Dott. Felice
Pollini di realizzare uno studio preliminare e di presentare entro l’anno una
proposta dettagliata. La proposta elaborata dal Dott. Pollini fu approvata e
successivamente pubblicata nel 1908 nell'Opuscolo “La Croce Verde di Milano”,
di cui è conservata una copia presso la Civica Biblioteca Sormani di Milano.
Siamo così in grado di conoscere oggi i dettagli del progetto ed alcune
straordinarie fotografie che ci mostrano come venne realizzato.
L'ambulanza ancora priva dell'allestimento, dei vetri e della verniciatura
Scrive il Dott. Pollini: “Dal mezzo di trasporto primitivo,
il fratello milite, la portantina lettiga, la carriola, il dorso di mulo, la
vettura a cavallo, a vapore, la barca, l’agile lettiga a ruote, il
ciclo lettiga, la previdenza umana oggi ci soccorre coll'automobile, per forse
più tardi arrivare ad un mezzo ancora più rapido, che la scienza a venire non
mancherà di indicarci”.
“Ma l’odierna utilità dell’automobile – prosegue il Dott.
Pollini – non deve solo essere limitata a trasporto di malati o infortunati, ma
dovrebbe essere anello di congiunzione fra il trasporto immediato e un
improvvisato posto di soccorso, ove portare l’aiuto ai colpiti e porli in grado
di essere altrove trasportati. Ond’è che l’automobile non deve solo bastare al
trasporto di un malato o di un ferito, ma arrivato per primo sul luogo di un
disastro o di sventura umana, deve, in attesa di ulteriori trasporti, fungere da
ricovero, da ospedale provvisorio, da infermeria e anche da sala di operazione.
Per il che la nuova vettura, addobbata come in vigile attesa, armata allo scopo
di medicare, operare e trasportare nel modo più efficace e veloce i colpiti da
sventura, dovrà portare il nome di “Automobile Ospedale e Trasporto”.
La relazione prosegue quindi con una dettagliata descrizione
delle caratteristiche che il nuovo mezzo, “primo in Italia”, avrebbe dovuto
avere per poter svolgere le tre attività di trasporto, ospedale e sala di
operazione.
L'ambulanza fotografata davanti Casa Campanini, gioiello del Liberty, in via Bellini 11 |
“Una vettura automobile a 4 ruote, lunga circa m. 4,50, larga m. 1,30, col sedile avanti per due posti, dei quali uno sarebbe pel medico o per un infermiere, il cui posto sarebbe completamente mobile per dare accesso all'interno della vettura, tramite una porta scorrevole. Il vano posteriore prevede due barelle sul lato con parete fissa, con la testa dietro al sedile dello chauffeur; altri letti pieghevoli, brande e barelle smontabili, sedie, tavolini, letto operatorio troveranno posto sull'imperiale (il portapacchi sul tetto). La vettura porterà all'interno una sedia portantina snodata e disinfettabile per discendere i malati dalla case. Tra la barella in basso e il pavimento deve stare comodamente una cassa mobile di legno o di zinco o d’alluminio che si possa smontare dalla vettura, contenente tutto quanto occorre per la medicazione completa e per ridurre l’automobile ad ospedale e sala operatoria. La parete posteriore avrà due porte che si chiudono a molla. La parete sul lato opposto alle barelle sarà mobile ,con cerniera triplice in alto. Tale parete, a vettura ferma, dovrà essere rialzata e poggerà a terra con due aste in ferro che si fisseranno su due piedistalli mobili. Sull'imperiale saranno rotolate tele impermeabili, pronte per essere attaccate ai lati della parete vetrata, da cui piomberà la luce rischiarante la camera sottostante, che sarà sala di operazione”.
L'ambulanza davanti alla sede di Via della Passione |
L'ambulanza allestita, si notano le barelle dietro allo chaffeur |
“La cassa dovrà contenere il materiale di medicazione per
ferite, fratture e operazioni. In uno scompartimento vi saranno acqua
sterilizzata, fenicata e sublimato, catini smaltati, spazzolini per le unghie,
saponi, alcool, etere. In altro
scompartimento, scatole metalliche per medicazione sterilizzata e lana, cotone
e tela non sterilizzati; ferrule per fratture, palmari, plantari, laccio
elastico, tubo Fauchet, pompa gastrica Russmaul. Lenzuola, vesti pei medici,
salviette, compresse, garze, bende sterilizzate. In altra scatola, gli
strumenti chirurgici più urgenti : pinze, dilatatori, rasoio, forbici, bisturi,
sonde, specillitti, aghi Déchamps, seghe, stacca periosto, pinze ossee,
apparecchio per tracheotomia, cateteri metallici e in gomma, siringhe in vetro,
seta, aghi”.
L'ambulanza con la sala di operazione allestita |
“In un armadio farmaceutico saranno soluzioni ipodermiche di
morfina, apomorfina, caffeina, etere, ergotina, adrenalina, olio canforato.
Ammoniaca, etere, cloroformio, sonnoformio, collodion, vaselina, trementina,
lisolo. Inoltre, vanno previsti bidoni
per ossigeno, termometri, strumenti per narcosi, zoccoli e vesti in gomma o
tela cerata per medici e infermieri”.
Definito il progetto, andavano reperiti i fondi per
realizzarlo, che furono stimati in circa 20.000 lire dell’epoca, pari a circa
78.000 euro odierni, una cifra molto rilevante per le casse della giovane
associazione, fondata solo due anni prima.
La prima autoambulanza della Croce Verde rischiava di rimanere nel campo dei desideri.
Ma come sempre avviene in questi casi, la generosità dei
Milanesi, sintetizzata nel vecchio detto meneghino “Milan col coeur in man”,
non tardò a manifestarsi.
Ritratto di Pompeo Confalonieri, 1908, olio su tela, autore Riccardo Galli (1869-1944) |
Il 24 maggio 1905, a
soli 39 anni, era morto a Milano il nobile Don Pompeo Confalonieri,
appartenente ad una ricca famiglia di noti gioiellieri, con un sontuoso negozio
sotto i Portici Settentrionali di Piazza del Duomo. Don Pompeo era stato un
appassionato del nuovo mezzo di trasporto, l’automobile, e uno dei soci
fondatori dell'Automobile Club di Milano. Nel suo testamento del 6 ottobre 1904
il nobile Pompeo aveva disposto che i tre ottavi del suo cospicuo patrimonio –
circa 700.000 lire - fossero devoluti a istituzioni di beneficenza.
Il Cavalier Avvocato Cesare Agrati, esecutore testamentario
del Confalonieri, interpretandone il pensiero di appassionato dell’automobile,
destinò la somma di Lire 10.000 alla Croce Verde di Milano, perché potesse
realizzare l’ambulanza ospedale. A tale generosissima offerta seguirono quelle
della casa automobilistica Isotta Fraschini , che cedette a prezzo di favore
uno dei suoi chassis; della Carrozzeria Sala di Milano, che realizzò
l’allestimento sulla base della relazione;
della Pirelli, che offrì gli pneumatici; della Ditta De Fabris &
Co., che offrì i vetri e la decorazione; delle Telerie Ghidoli, che offrirono
coperte e lenzuola; del Cav. Righini, che scontò l’attrezzatura chirurgica;
delle centinaia di soci e cittadini che con le loro oblazioni resero possibile l’allestimento
completo del mezzo.
Corriere della Sera, 16 settembre 1908 |
Fu così che il sogno divenne realtà ed il Corriere della Sera, nell'edizione del 16 settembre 1908, poté annunciare ai milanesi la presentazione della nuova ambulanza ospedale, la prima a circolare a Milano e forse in Italia. Pochi mesi dopo, l'ambulanza ospedale trovò il suo primo impiego in occasione della spedizione di soccorso per il terremoto calabro siculo.
L'Automobile Ospedale a Sant'Eufemia d'Aspromonte nel 1908 (archivio Domenico Forgione) |
Nel febbraio 1911 il Consiglio Direttivo della Croce Verde decise di acquistare un nuovo telaio con motore marca Wolsit 60 HP su cui fu trasferita la carrozzeria dell’Automobile Ospedale Pompeo Confalonieri. I militi contribuirono con lire 3000.
L'ambulanza Pompeo Confalonieri durante una esercitazione (collezione P.Magistrelli) |
Il telaio Isotta Fraschini fu destinato ad accogliere una nuova carrozzeria ambulanza della ditta Figini, che venne dedicata alla memoria del Senatore Conte Aldo Annoni, compianto presidente della commissione di beneficenza della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde.
Non sappiamo fino a che anno rimase in servizio la prima ambulanza della Croce Verde e quale fu il suo destino; certo è che la decisione di realizzarla fu una scelta all'avanguardia, così come le caratteristiche del suo equipaggiamento.