1911: "Giornale La Croce Verde" - 2^ parte - I festeggiamenti per il quinquennio di attività

Nella prima parte di questa ricerca abbiamo esaminato i primi 10 numeri del giornale mensile della Croce Verde, pubblicati dal luglio 1910 all’aprile 1911. Esaminiamo ora i 7 numeri successivi, pubblicati da maggio a dicembre 1911. Tre numeri raccontarono nei dettagli i festeggiamenti per il quinto anniversario di fondazione dell’associazione.


La nuova testata

Con la pubblicazione del n.11, il giornale ebbe una nuova testata, che riprese il disegno del pittore cav. Luigi Tornaghi che era stato scelto nel febbraio 1911 per la nuova tessera dei soci contribuenti e perpetui. Sulla destra, I Militi trasportano un paziente tra la folla; sullo sfondo il Duomo di Milano; a sinistra allegoria della Croce Verde. In basso la nuova dicitura “giornale mensile di propaganda, d’igiene e d’assistenza” ed il nome del presidente onorario Cav. Borroni.

Numero 11 – Maggio 1911

In prima pagina viene presentato il programma dei festeggiamenti per il primo quinquennio di attività dell’associazione, in programma dal 15 al 18 giugno 1911.

Fulcro dei festeggiamenti sarà “un’Esposizione completa del suo materiale, Esposizione che nutriamo viva fiducia verrà onorata dalle autorità, dalla Consorelle, dalla Cittadinanza e da tutta la Provincia, a constatare il progresso compiuto dalla nostra Croce Verde. Tutti i nostri Soci effettivi, le loro famiglie ed amici e tutte le persone di buon cuore sono vivamente pregati di onorarci col loro intervento alla nostra Esposizione (ingresso libero) nei giorni 16,17 e 18 giugno.” 

L’esposizione si terrà nei locali dell’ex stabilimento Ricordi, in Viale Vittoria 21, oggi viale Premuda.

Ex stabilimento Ricordi in una foto dell’epoca (da skyscrapercity.com)

Viene anche pubblicato il formulario per richiedere l’ammissione alla Croce Verde in qualità di socio. È interessante convertire in Euro attuali le quote associative in Lire del 1911: la quota di socio triennale contribuente (Lire 10) varrebbe oggi € 40,00; la quota di socio triennale benemerito (Lire 25) varrebbe oggi € 100,00; la quota di socio perpetuo (Lire 200), € 800,00; la quota di socio perpetuo benemerito (lire 500), € 2000,00.

La domanda d’associazione

Numero 12 – Giugno 1911

In questo numero viene pubblicata una dettagliata cronaca dello svolgimento dei festeggiamenti per il quinto anniversario di fondazione.

“Fu una grandiosa e simpatica manifestazione d’affetto che tutti, dalle Autorità, ai nostri Soci, alle Consorelle, ai popolani tributarono alla nostra Croce Verde. Quando giovedì mattina, dalle 8 alle 10, vedemmo man mano arrivare alla nostra Sede di Via Passione 9 i rappresentanti delle sezioni da noi fondate, poi quelle a noi legate da vincoli di sincera fratellanza e infine tutta una folla di affigliati, tutti plaudenti al vessillo della nostra Istituzione, il cuore ci si empì di gioia… Alle 11, dopo un vermouth d’onore, si procede alla consegna della medaglia commemorativa a tutte le società intervenute… Si ode la fanfara mettersi in testa al nostro corteo… si parte! Da via della Passione, per San Damiano, ponte di Porta Vittoria, Verziere, Via Durini e corso Venezia si giunge a Porta Venezia ove al Ristorante Aurora era stato predisposto il banchetto per i 231 partecipanti… sono presenti i rappresentanti di tutti i giornali cittadini… Alle frutte, il Signor Segre, Vicepresidente Amministrativo della Croce Verde, lesse le adesioni delle società intervenute o che aderirono alle nostre feste.”

Erano presenti con delegazione 32 associazioni, tra cui l’Assistenza Pubblica Milanese.  59 associazioni avevano inviato telegrammi di adesione; tra le più lontane, la Croce Verde Napoletana e la Croce Bianca di Iesi (Ancona). Presero la parola il Presidente effettivo dott. Pollini, il presidente onorario Cav. Borroni, il Presidente dell’A.P.M. dott. Morandi, il presidente della Croce Verde di Lugano e vari presidenti di altre associazioni presenti.

Alle ore 14 sul piazzale Venezia si formò il corteo. “Nell’ampio piazzale gremito di pubblico, ondeggiano i vessilli. L’imponente corteo si avvia, al suono delle bande, fra due fitte ali di cittadini, all’esposizione nell’ex stabilimento Ricordi, gentilmente concesso. Nell’ampio salone a pianterreno, adornato con squisita eleganza, sono convenute moltissime signore in eleganti abbigliamenti e le autorità”.

Dopo il discorso della Contessina Teresita Pasini della Pisana, il cui testo verrà pubblicato nel numero successivo della rivista, gli intervenuti si recano a visitare l’esposizione del materiale sanitario e chirurgico.

“Nella prima sala è disposto il materiale medico per le medicazioni, passiamo poi nel dormitorio dove stanno allineati in bell’ordine gli scaffali della biancheria e dodici letti. In bell’ordine, nell’ampio corridoio, sono esposti le lettighe a traino umano, i cicli-lettiga, le macchine di disinfezione, il materiale della squadra alpina e degli zappatori e quello adibito alla cattura dei pazzi. In altra sala, tutti i dati statistici e i diagrammi delle società consorelle, che si costituirono con l’appoggio di quella di Milano”.

Nel cortile, i visitatori possono ammirare “…le bellissime autolettighe, e fra queste la nota e ben riuscita ambulanza ospedale e quella ultimamente costruita chiamata Torpedo per i servizi d’urgenza. Notiamo inoltre due carri a cavallo, che possono all’occorrenza essere convertiti in carri a trazione umana, le tende da campo che possono accogliere 6 feriti, e la tenda dell’esposizione igienica, con la sezione di disinfezione. Tutto questo è stato con vivo interesse osservato dal numeroso pubblico, che si è poi recato nel salone della pesca di beneficienza, veramente ricca di preziosi doni”.

L’ambulanza ospedale davanti alla sede di via della Passione

In serata, la festa proseguì con un concerto musicale; venerdì e sabato l’esposizione venne visitata dalla cittadinanza e dagli studenti delle scuole elementari, guidati dai loro insegnanti. La domenica si svolse la premiazione dei volontari che si erano distinti per atti di valore o per numero di servizi prestati. 

Corriere della Sera, 16 giugno 1911

Numero 13 – Luglio 1911

Viene pubblicato in questo numero il testo del discorso pronunciato il 15 giugno dalla Contessina Teresita Pasini della Pisana. Prima di riportarne i contenuti, ritengo però opportuno precisare brevemente chi fosse la conferenziera scelta dalla Croce Verde per le celebrazioni del quinto anniversario di fondazione.

Busto di Teresita Pasini (da Wikipedia)


Teresita Pasini, nota anche con lo pseudonimo di Alma Dolens (18 febbraio 1869 – Milano, 20 maggio 1948), è stata una pacifista e giornalista italiana, impegnata sia come femminista sia come attivista politica. Socialista fin dalla prima giovinezza[1], scelse lo pseudonimo latino Alma Dolens (in italiano: Anima Sofferente) per manifestare la sua vicinanza a chi soffriva a causa delle guerre. 

Nacque in una nobile famiglia umbra, sposò un avvocato milanese e si trasferì nel capoluogo lombardo, ove divenne attivista per i diritti delle donne. Fu amica e collaboratrice di Alessandrina Ravizza, fu intima di Turati, di Treves, di Maino. Fu segretaria di Teodoro Moneta, l'apostolo della pace.  Divenne presidente del Comitato lombardo per il suffragio femminile e per i diritti delle lavoratrici. Fu relatrice alle Conferenze nazionali per la Pace del 1909 e 1910 ed operò per legare politicamente il movimento suffragista e quello pacifista. Creò la Società per la pace femminile e viaggiò per tutta l'Italia centrale per creare comitati locali. Nel 1911 a seguito della guerra italo-turca Teresita Pasini si batté contro l'intervento, collegandosi anche con associazioni pacifiste in Svizzera e negli Stati Uniti. A causa del suo attivismo pacifista, le fu vietato di pronunciare discorsi pubblici per due anni, durante i quali studiò le condizioni della classe operaia e dei ceti disagiati in Italia.

Ripreso l'impegno pubblico, partecipò attivamente al dibattito che precedette l'entrata in guerra dell'Italia. Nel 1914 fu delegata ai congressi e alle conferenze contro la guerra a L'Aia e a Bruxelles per tentare di impedirne lo scoppio. A L'Aia portò le firme di 32.000 donne italiane invitanti alla pace fra i popoli. Fu presidente della Società "Pro Arbitrato e disarmo" e aderì alla Lega internazionale dei Neutri (anti interventista).

Scoppiata la Prima Guerra Mondiale, si dedicò al volontariato a favore delle famiglie povere evacuate dal fronte italo-austriaco. Forte dei suoi convincimenti pacifisti, sosteneva che "il nemico non è al confine; è tutto intorno a noi: è la povertà, la tubercolosi, la disoccupazione. La cura per queste malattie è la fine di formidabili e costose armi".

All'epoca dell'assassinio di Giacomo Matteotti, nel 1924, incurate delle persecuzioni cui si offriva con il suo nobile gesto, raccolse firme di adesione al lutto, che poi presentò alla vedova del martire socialista.

Nel periodo fascista non le fu possibile svolgere attività pubblica ma continuò a sostenere i dissidenti antifascisti milanesi e partecipò attivamente alla cospirazione contro il nazifascismo. Ospitò nella sua casa, salvando loro la vita, molti compagni ricercati dalla polizia e conservò documenti cospirativi di grande importanza. Per la sua origine patrizia era detta "la contessa rossa".

Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale si trasferì a Varedo, ove divenne dopo la Liberazione consigliere comunale. La morte la colse in via Leopardi 1 a Milano, ove si trovava ospite dell'Avv. Gilberto Gilioli. La sua tomba si trova nel famedio del Cimitero Monumentale di Milano.[2]

[1] L'Avanti, 21 maggio 1948

[2] Teresita Pasini - Wikipedia

La scelta di Alma Dolens come oratrice ufficiale fu quindi allo stesso tempo moderna e particolarmente coraggiosa; nel suo intervento la Contessina toccò infatti i temi a lei cari del femminismo e del pacifismo, anche in un’ottica internazionale.  Ecco alcuni estratti dal discorso che pronunciò il 15 giugno 1911.

“La data che segna il nascere di una istituzione benefica merita di essere ricordata… riunire in un’ora di fraternità i rappresentanti del governo, le autorità locali, una gentile accolta di signore e tutta una folla amica, nessuno, per quanto scettico, potrà giudicare una mania festaiola.

A Milano la Croce Verde nacque anemica, sorta per iniziativa di pochi volonterosi, alla quale molti pronosticavano la morte non appena nata, ma ebbe la buona sorte di essere affidata ad esperti medici.

Gli strumenti chirurgici, gli armadi farmaceutici, i letti operatori, le tende da campo, le lettighe barelle a trazione meccanica, le automobili, tutto quanto la moderna previdenza ha potuto approntare per rendere il soccorso più efficace e veloce, ci dicono la tenacia, la magistrale preparazione, il forte volere di un gruppo di filantropi, ci raccontano l’opera compiuta attraverso ostacoli, difficoltà, sacrifici di tempo e di denaro. Dopo un lustro, è assicurata l’esistenza prosperosa, e val bene solennizzarlo.

Può essere invece motivo di meraviglia, e forse da parte di alcuni di censura, la scelta della cosiddetta Oratrice Ufficiale.  Forse scarseggia la città nostra di oratori? Chi avrebbe sospettato che il Cav. Borroni, il Dottor Pollini fossero infetti di femminismo, così da rendergli pubblico omaggio?  Perché è inutile negarlo, Voi, o Signori, con la complicità del Consiglio Direttivo, invitando me, avete voluto esaltare il femminismo!

Un femminismo anteriore ai comitati Pro Voto Donna, ai programmi per il riconoscimento della dignità femminile… un femminismo che opera da tempo, silenzioso, umile, nelle corsie degli ospedali, nelle tetre prigioni, negli alveari fetidi che si chiamano case popolari, ovunque un’anima si tortura nella disperazione.

In questa missione soccorritrice, se la donna non vi supera, Signori, certo si mantiene alla pari... la donna accorre sempre spontanea a tentare il sollievo del dolore, a tergere il sangue… Voi, che vi recaste a Messina e Reggio, cadute sotto i colpi della natura inferocita, incontraste le donne tra le macerie crollanti, le aveste compagne negli ospedali improvvisati, sotto le baracche, le vedeste partire portando tra le braccia gli orfani scampati. 

Io non sono qui a cantare un inno al mio sesso. Desidero solo dimostrare quanto profitto si potrebbe ritrarre favorendo questa innata attitudine muliebre... vorrei che ogni associazione di assistenza pubblica avesse la sua squadra d’infermiere che esercitasse l’opera ausiliatrice anche in tempo di pace! E fu solo perché stimolata da questo recondito scopo che accettai l’invito del Presidente di codesta società. (Spero che) questa ragion segreta ed il mio atto, che di per sé sarebbe temerario ed inconsiderato, guadagnino il perdono degli illustri convenuti!”

In quegli anni, il volontariato di pronto soccorso in Croce Verde era possibile solo agli uomini; le donne potevano prestare la loro opera volontaria solo nel “Comitato delle Patronesse”, che si occupava di raccolta fondi e di altre iniziative benefiche; da qui la richiesta di Alma Dolens di dare anche alle donne la possibilità di prestare servizio volontario in ambito sanitario.

Dopo questo appello femminista, l’oratrice cambiò argomento e tornò a parlare dell’opera dell’Associazione, con immagini che riecheggiano i temi del Futurismo che stava nascendo in quegli anni.

Opere Futuriste

“Dirò ora dell’istituzione della Croce Verde, e lo dirò con quell’amore, con quella convinzione e con quella fede che sento per ogni segno tangibile di fraternità.   Troviamo lontana origine della Croce Verde nella Confraternita della Misericordia, sorta in Toscana nel circa 1100, a sottrarre dalle ire dei belligeranti nelle guerre civili i feriti e i morti, a coadiuvar medici e monatti, a soccorrere le numerose vittime che cadevano, in pieno giorno, sulla pubblica via, sotto i colpi del pugnale di un congiurato, o nelle sanguinose zuffe tra gli scherani dei prepotenti signorotti in contesa.

Oggi, non più pugne faziose, né guerre intestine a suscitare terrore… nelle odierne consuetudini civili la minaccia alla sicurezza della vita ci viene, più che dalla crudeltà degli uomini, dalla violenza degli elementi o dalla frenetica attività.  

Nelle ampie vie delle metropoli, nel tumulto affaticato dei centri industriali, nella rete della velocità avvolgente ogni angolo, l’attimo fuggente nasconde pericoli terribili e oscuri. Corrono tramway, guizzano le biciclette, si slanciano in volata le automobili, in mezzo alla folla affannata nella gara degli interessi. Un suono di campanello, uno squillo di tromba, un fischio acuto: è il grido di allarme! Entro i cantieri, le officine, gli arsenali dominati dalla elettricità, tra il veemente ansar delle macchine, il rotear vertiginoso dei motori, nel possente palpito dei magli giganteschi, là dove ferve il lavoro, sorgente di vita economica, si aggira insidiosa la morte.

Le mutate condizioni economiche, le moltiplicate esigenze, il progredire della scienza, la febbrile ricerca del nuovo e dell’ignoto impongono alla società un salvataggio vasto, organizzato, sapiente. Il soccorso empirico, derivante da generoso impulso individuale o dalla pratica religiosa, riesce ormai insufficiente ed in antitesi con la libertà di coscienza, spiccata caratteristica dell’epoca attuale.

La Croce Verde, con il suo personale di soccorso sempre pronto ad ogni chiamata, e con l’assistenza preventiva che esercita negli opifici e in occasione di feste, cortei, comizi, manifestazioni sportive, effettua l’opera di salvataggio richiesta dalla vita contemporanea". 

Militi in servizio nel 1910 (Archivio CVAPM)

"Quando i fiumi furiosi allagano i campi, inondano i paesi, invadono le abitazioni, le convulsioni telluriche atterrano gli edifici, il morbo fa strage, Voi, militi della carità, accorrete a strappare alle onde le vittime, a disseppellire rischiando di essere sepolti, a debellare il morbo, a lottare contro l’ignoranza che del contagio è formidabile alleata.

La Croce Verde, accogliendo nelle sue file uomini di tutti i partiti e di tutte le religioni, interpreta il principio etico-sociale del collettivismo umanitario, rispetta il diritto che ogni persona ha di fare del bene, asseconda il desiderio dell’altruista di assurgere dal reale all’ideale… Ecco i militi del dolore e dell’amore: sono operai e studenti, sono uomini della scienza e del lavoro, sono plebei, borghesi, patrizi uguagliati dalla nobiltà dell’apostolato... Innanzi a esistenze improvvisamente fulminate, al tragico spettacolo di giovinezze agonizzanti, nel solenne mistero della morte, spariscono le diffidenze, i rancori di casta, le gelosie di classe, le rivalità di partito… nello sforzo supremo di salvare un’esistenza in pericolo tutti i cuori si intendono.”

Numero 14 – Agosto 1911

Viene annunciata la decisione del Consiglio Direttivo di nominare consigliere la Contessina Teresita Pasini della Pisana (Alma Dolens), alla quale viene affidata la Presidenza del Comitato delle Patronesse e la responsabilità della Propaganda dell’Associazione.

Un lungo articolo illustra la situazione finanziaria dell’Associazione e critica la decisione di alcuni consiglieri e dei revisori che si sono dimessi per divergenze sulla gestione.

“Una minoranza del consiglio e i Sig. Revisori si mostrarono timidi e paurosi; essi volevano convocare l’assemblea dei soci per udir da loro se si doveva continuare nel solito sistema oppure liquidare, vendere… La maggioranza del Consiglio, i militi si ribellarono a tale idea… la maggioranza rimase al suo posto, il consiglio venne completato, si nominarono nuovi revisori. Il nuovo consiglio si mise al lavoro”.

Il Ministero dell’Interno ha inviato i riconoscimenti per i volontari che parteciparono ai soccorsi per il terremoto del 1908. 


Numero 15 – Ottobre 1911

Viene annunciata la decisione di partecipare al Sesto Congresso Nazionale delle Associazioni di Pubblica Assistenza e Soccorso, che si svolgerà a Bologna nel mese di novembre. La Croce Verde sarà rappresentata dal dott. Borroni e dalla Contessina Pasini.

Il 29 settembre l’Italia aveva dichiarato guerra all’Impero Ottomano per conquistare le regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica. Sedici militi della Croce Verde, aggregati alla Croce Rossa, partono il 4 ottobre per il fronte.


Numero 16 – Novembre 1911

Viene pubblicata una dettagliata relazione sullo svolgimento del Congresso Nazionale di Bologna. Numerosi i temi trattati, tra cui la collaborazione in tempo di pace con la Croce Rossa Italiana. La Contessina Pasini ha svolto una relazione su “La più efficace forma di partecipazione della donna nell’Assistenza Pubblica”, nella quale auspica l’istituzione di squadre di “Infermiere Facoltative” per l’assistenza a domicilio in famiglie in cui vi sia una sola donna che lavora fuori casa e che non possano permettersi di remunerare una infermiera di professione. Il Congresso Nazionale approva tra gli applausi un ordine del giorno che recepisce questo auspicio.

Dal fronte libico è giunta la lettera del milite Tosatti, richiamato nell’11° Reggimento Bersaglieri e poi destinato al Servizio in Croce Rossa. 


 Numero 17 – Dicembre 1911

Vengono pubblicati ulteriori commenti sul Congresso Nazionale di Bologna. La Contessina Pasini comunica i nomi di alcune nuove Patronesse. Viene annunciata la partenza di altri volontari per la guerra di Libia.

Viene lanciata una sottoscrizione per la costruzione di un edificio per la nuova sede della Croce Verde. L’obbiettivo è raccogliere 50.000 Lire (in valuta odierna, 200.000 Euro).


È questo l’ultimo numero della rivista conservato dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

Non so se la rivista cessò le pubblicazioni, se venne interrotta la spedizione dei numeri a Firenze o se i numeri successivi sono andati perduti. 

Vero è che la lettura di questa rivista ci trasmette, a distanza di oltre 110 anni, tante informazioni sulla storia della gloriosa associazione volontaria milanese, che meritavano di essere trascritte e perpetrate per la memoria dei volontari presenti e futuri. 

E' questo lo spirito che mi ha animato nello scrivere questi articoli.

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