Giuseppe Segre e la Croce Verde A.P.M.

 


Una ricerca presso l’Archivio Storico del Comune di Milano mi ha consentito di riscoprire dopo 100 anni l’originale di una lettera della Croce Verde A.P.M. al Sindaco di Milano, firmata dal Vice Presidente Giuseppe Segre. Ecco il racconto di chi era Giuseppe Segre, di ciò che ha fatto per la Croce Verde A.P.M. e del suo tragico destino.

Giuseppe Segre
(da http://digital-library.cdec.it/cdec-web)

Giuseppe Segre, nonno della Senatrice Liliana Segre, era nato a Milano il 30 marzo 1873, figlio di Marco Segre e Diamante Vitali. Nel 1897 si sposò con Olga Lövvy. 

Olga Lövvy
(da https://it.findagrave.com)

Dal matrimonio nacquero due figli: Amedeo (1898) ed Alberto (1899). Nel 1897 il giovane Giuseppe Segre, intraprendente ventiquattrenne impiegato in una filanda milanese sui Navigli, si associò con gli amici Schieppati e Dacono e fondò a Milano una piccola società di tessitura, tintoria e finissaggio, la Ditta Segre e Schieppati.[1]

Marchio della ditta Segre & Schieppati
(da archivio Intesa San Paolo)

Nel 1905 Giuseppe Segre è tra i primi soci della Croce Verde di Milano. Il suo nome compare per la prima volta sulle pagine del Corriere della Sera, per aver offerto Lire 50 a favore dei terremotati della Calabria.[2]

Il 5 marzo 1911, all'età di 37 anni, Giuseppe Segre fu eletto per la prima volta vicepresidente della Croce Verde, una scelta che conferma il carattere aconfessionale ed apolitico che l’Associazione ha sempre mantenuto nella sua lunga storia. Nel 1913, durante il mandato di Giuseppe Segre, la Croce Verde si trasferì nella nuova sede di via Stella 31, ora via Corridoni, all'incrocio con via del Conservatorio.

Giuseppe Segre
(da http://digital-library.cdec.it/cdec-web)

Nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale, l'autorità militare affidò in gestione alla Croce Verde gli ospedali della Guastalla e della Comasina, i posti di ristoro della Stazione Centrale ed il trasporto dei militari feriti che giungevano dal fronte dalla stazione agli ospedali. Giuseppe Segre fu tra i responsabili dell'organizzazione di questa importante attività, che proseguì per tutta la durata del conflitto.

Nel dicembre del 1916, a 43 anni, Giuseppe Segre fu il protagonista e l'artefice di uno degli eventi più importanti nella storia dell’Associazione: la fusione tra la Croce Verde e la consorella Assistenza Pubblica Milanese, la più antica associazione di soccorso esistente a Milano.

Corriere della Sera, 11 dicembre 1916

Giuseppe Segre era convinto che il pronto soccorso in Milano esigesse un assetto nuovo, definitivo, inspirato a concetti largamente pratici, tale da soddisfare completamente le attese della città, il cui territorio e la cui popolazione erano cresciuti notevolmente in quegli anni. Quando le due assemblee dei soci ratificarono la fusione, Giuseppe Segre fu eletto all'unanimità vicepresidente del nuovo consiglio direttivo.

Il suo animo di patriota è confermato da un articolo del Corriere della Sera del 5 maggio 1917, in cui si informa che Giuseppe Segre e la moglie Olga hanno donato alla Patria grammi 43,50 di oro e argento.

Corriere della Sera, 5 maggio 1917

L’8 maggio 1917, è ancora il Corriere ad informare i milanesi che Giuseppe Segre, attraverso la società di commercio di tessuti di cui era titolare, ha donato Lire 1000 per opere di Assistenza Civile.

Corriere della Sera, 8 maggio 1917

Il 7 ottobre 1917 il Corriere della Sera riportò invece la notizia che il Vice Presidente della Croce Verde Assistenza Pubblica Milanese Giuseppe Segre era stato nominato da sua Maestà Re Vittorio Emanuele III Cavaliere della Corona d'Italia, data "...l'opera assidua e benefica che da parecchi anni esso dedica alla benemerita istituzione". 

Corriere della Sera, 7 ottobre 1917

E così, assiduo e benefico, ci piace ricordare oggi Giuseppe Segre. Lo immaginiamo uscire dalla sua casa di Corso Magenta 55 ed attraversare il centro della nostra Milano, per recarsi alla Sede della Croce Verde A.P.M. o agli ospedali della Guastalla e della Comasina, per dare il suo contributo di volontario, per organizzare, assistere, gestire, interpretando in prima persona e sino in fondo i quattro comandamenti dell’Associazione, che da allora ne costituiscono il motto e che sono riportati sulla sua bandiera: "Ama, Lavora, Spera, Salva". 


Dopo la Prima Guerra Mondiale, con l'abbandono di Angelo Schieppati, che mantiene comunque ottimi rapporti con il socio Giuseppe Segre, fecero il loro ingresso nell'azienda di famiglia i suoi due figli Alberto e Amedeo. Il primo si occupava del settore amministrativo; il secondo, che il padre aveva mandato da giovane a frequentare la scuola di tessitura in Germania, prese in carico il ramo commerciale.

Amedeo e Alberto Segre
(da http://digital-library.cdec.it)

L'azienda lavorò con profitto, diventando un punto di riferimento tra i produttori di calzature e pelletteria per la qualità dei propri tessuti e la serietà dei titolari. L'attività commerciale si svolgeva nella sede di via Illica 5, nel centro di Milano, dove Liliana, figlia di Alberto, ricorderà di aver passato tante ore felici da bambina nascondendosi tra le pezze di tessuti.[3]

Nel 1919 Giuseppe Segre mostra ancora una volta il suo animo generoso ed il suo affetto per la città di Milano offrendo Lire 5.000 per la creazione di una biblioteca presso gli Ospedali di Milano.

Corriere della Sera, 24 agosto 1919

Nel 1920 è tra i membri della Commissione di amministrazione dei fondi della sezione milanese dell’Associazione Nazionale dei Mutilati.[4]

Alle elezioni del consiglio direttivo del 1921 ritroviamo il Cavalier Giuseppe Segre nuovamente eletto alla carica di vicepresidente amministrativo della Croce Verde A.P.M..[5] 

Siamo alla vigilia della marcia su Roma, di un ventennio che porterà all'Italia lutti e dolori incommensurabili. Nel mese di giugno Giuseppe Segre viene promosso Ufficiale della Corona d’Italia su proposta del Ministero della Guerra.

Corriere della Sera, 8 giugno 1921

Agli inizi del 1923 Giuseppe Segre, ormai cinquantenne, fu nuovamente riconfermato vicepresidente della croce Verde A.P.M.. Il 15 gennaio 1923 controfirmò una richiesta di incontro che l’Associazione inviò al Sindaco di Milano. Questa lettera, recentemente ritrovata dopo 100 anni nell’archivio storico del Comune di Milano, costituisce l’unico documento autografo ad oggi esistente del volontariato di Giuseppe Segre in Croce Verde A.P.M.. 


La lettera del 15 gennaio 1923 con la firma autografa di Giuseppe Segre
(Archivio Storico Comune di Milano)

Il contenuto dell’incontro tra la Croce Verde A.P.M. ed il Sindaco di Milano fu oggetto di un articolo del Corriere della Sera, pubblicato il 10 febbraio 1923.

Corriere della Sera, 10 febbraio 1923

In seguito al colloquio avuto con il Sindaco di Milano, Giuseppe Segre trattò con il Comune di Milano la convenzione per il trasporto dei malati poveri dalle abitazioni agli ospedali, servizio che fino ad allora era stato effettuato dai civici pompieri con 4 autolettighe, che vennero cedute alla Croce Verde A.P.M..  Tale attività, che verrà gestita per 8 anni, comportava circa 60 servizi al giorno.

Sottoscrizione per acquisto lettighe - 1924
(Archivio Storico Croce verde A.P.M.)

Nel 1928 il figlio di Giuseppe, Alberto, si laureò in scienze economiche e commerciali alla Bocconi; l’anno successivo si sposò con Lucia Foligno; il 10 settembre 1930 nacque la loro figlia Liliana. Nel 1931 Lucia Foligno morì, quando Liliana non aveva ancora compiuto un anno.

Liliana e Alberto Segre (da Wikipedia)

Nel 1930, a seguito di un decreto del governo fascista, tutte le associazioni di volontariato dovettero sciogliersi e cedere sedi, uomini, mezzi ed attrezzature alla Croce Rossa Italiana.

L’11 novembre 1938 furono promulgate dal governo fascista le leggi sulla difesa della razza. 


All'inizio delle persecuzioni antisemite i forti legami tra i dipendenti e la proprietà della Segre & Schieppati permisero di fare fronte alle difficoltà e per qualche tempo l'azienda rimase attiva. 

Divieti per i cittadini ebrei
(https://www.sentieriselvaggi.it)

Nel 1943, con la nascita della Repubblica Sociale Italiana e l'intensificarsi delle persecuzioni antiebraiche, l’azienda fu purtroppo costretta alla chiusura, mentre i Segre cercavano di trovare scampo.

Il magazziniere dell'azienda Luigi Strada accompagnò Liliana da Milano a Castellanza, dove si nascose per qualche tempo presso amici di famiglia; Amedeo riuscì a nascondersi in campagna, mentre Giuseppe, ormai anziano e malato, con la moglie Olga Lövvy, vennero fatti trasferire dal figlio Alberto a Inverigo, in provincia di Como, dopo aver avuto rassicurazioni dal podestà locale che, in quanto anziani, non avrebbero avuto problemi, perché “impossibilitati a nuocere al Reich”.[6]

Giuseppe Segre, chiamato affettuosamente nonno Pippo dalla nipote Liliana, era infatti gravemente malato di Parkinson e aveva bisogno di assistenza continua. [7]

L'8 dicembre del 1943 il figlio di Giuseppe Segre, Alberto, fu arrestato a Selvetta di Viggiù (Varese) con la figlia Liliana, dopo un tentativo di fuga in Svizzera, nel corso del quale erano stati respinti dalle guardie elvetiche. 

Trasferiti in carcere a Varese, a Como e a Milano, il 30 gennaio 1944 furono deportati dal Binario 21 della Stazione Centrale con il convoglio n. 6 diretto ad Auschwitz. Alberto e Liliana Segre giunsero ad Auschwitz il 6 febbraio 1944, ove Alberto morì il 27 aprile 1944. 

Campo di sterminio di Auschwitz Birkenau

Nel corso del 1944 l'azienda Segre & Schieppati venne confiscata dal regime attraverso l'EGELI (Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare) e liquidata con la vendita all'asta delle attrezzature.[8]

La confisca della Segre & Schieppati (da archivio Intesa San Paolo)

Vennero inoltre confiscati a Giuseppe Segre 6 appartamenti e 3 negozi in corso Buenos Aires, denaro in contanti e quadri, statue, arredi ed effetti personali dell’appartamento di corso Magenta 55.[9]

Giuseppe Segre fu anch’egli arrestato con la moglie a Inverigo (Como) il 22 maggio 1944.

Arresto di Giuseppe Segre
(Archivio Prefettura Milano)

Imprigionato a San Vittore, Giuseppe Segre fu poi trasferito con la moglie nel campo di Fossoli (Modena). Il 26 giugno 1944 fu deportato ad Auschwitz con il convoglio n. 13. È stato ucciso con la moglie al suo arrivo nel campo di sterminio di Auschwitz, il 30 giugno 1944.

Liliana Segre, numero di matricola 75190, è sopravvissuta allo sterminio ed è stata liberata nell'aprile 1945, diventando una delle principali testimoni della Shoah in Italia.

Il 20 novembre 2004 il Presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi ha conferito a Liliana Segre l'onorificenza di Commendatore della Repubblica. Il 19 gennaio 2018 è stata nominata Senatrice a Vita della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti in campo sociale”.

Alla memoria del vicepresidente Cavalier Giuseppe Segre il 31 gennaio 2019 è stata posata una pietra d’inciampo davanti alla sua abitazione di Corso Magenta 55 a Milano. Erano presenti la Senatrice Liliana Segre ed una delegazione della Croce Verde A.P.M. con la bandiera dell’Associazione.

Le pietre d'inciampo dedicate a Giuseppe Segre, alla moglie Olga ed al figlio Alberto  


La Senatrice Segre in raccoglimento accanto alla bandiera della Croce Verde A.P.M.

In data 17 marzo 2019 la Senatrice Liliana Segre ha visitato la Sede della Croce Verde A.P.M. per incontrare i volontari ed inaugurare una lapide dedicata alla memoria di Giuseppe Segre. 


La lapide in ricordo di Giuseppe Segre inaugurata dalla Senatrice Liliana Segre
 il 17 marzo 2019 in occasione della sua visita alla Croce Verde A.P.M.



L'autore ringrazia l'Archivio Storico del Comune di Milano per la preziosa collaborazione.


[1] https://asisp.intesasanpaolo.com/intesa-web/stories/segre-schieppati-racconto-dalle-carte-del-fondo-egeli

[2] Corriere della Sera, 16 settembre 1905

[3] https://asisp.intesasanpaolo.com/intesa-web/stories/segre-schieppati-racconto-dalle-carte-del-fondo-egeli

[4] Corriere della Sera, 27 maggio 1920

[5] Corriere della Sera, 24 maggio 1921

[6] https://asisp.intesasanpaolo.com/intesa-web/stories/segre-schieppati-racconto-dalle-carte-del-fondo-egeli

[7] https://it.gariwo.net/giusti/shoah-e-nazismo/susanna-aimo-23080.html

[8] https://asisp.intesasanpaolo.com/intesa-web/stories/segre-schieppati-racconto-dalle-carte-del-fondo-egeli

[9] Corriere della Sera, 23 gennaio 2020


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