1969: Nasce l'Unione Regionale Lombarda delle Pubbliche Assistenze
Le origini
La Federazione Nazionale delle Società di Pubblica Assistenza e Pubblico Soccorso era stata fondata a Spoleto nel 1904. Una prima Federazione delle Pubbliche Assistenze a livello cittadino era stata costituita a Milano già nel 1924.
Corriere della Sera, 19 dicembre 1924 |
Il fascismo bloccò però la crescita del movimento, costringendo tutte le associazioni a confluire nella Croce Rossa Italiana; dopo la Liberazione, le associazioni si ricostituirono e nel 1946, a Milano, si tenne il Primo Congresso Nazionale e rinacque la Federazione Nazionale.
Corriere della Sera, 16 dicembre 1946 |
Un primo tentativo di coordinare l’attività delle pubbliche assistenze lombarde attraverso una unione regionale avvenne nel 1953, ma questo tentativo ebbe vita breve. In quegli anni la Federazione Nazionale contava 150 associazioni su tutto il territorio italiano di cui 10 in Lombardia con 8 nella città di Milano.
Corriere della Sera, 30 maggio 1953 |
La situazione a Milano negli anni sessanta
Abbiamo chiesto al Dott. Bartoli di descriverci quale fosse la situazione del volontariato lombardo negli anni sessanta e cosa portò alla nascita dell’Unione Regionale Lombarda delle Pubbliche Assistenze.
Il Dott. Bartoli negli anni sessanta |
“Alla fine degli anni ‘60 – racconta il Dott. Bartoli – la situazione del pronto soccorso a Milano era piuttosto complessa ed andava prendendo piede nel trasporto ammalati un grave problema: erano nate le Croci private, che scremavano i servizi. Si accaparravano quelli economicamente validi e si tenevano alla lontana da quelli che non lo erano, facendo opera di corruzione fra il personale ospedaliero onde realizzare i loro intenti, per ottenere anche finanziamenti dalle imprese di pompe funebri alle quali fornivano clienti".
"Particolare attenzione prestammo a due di esse: la Croce Ambrosiana e la Croce Azzurra di San Giorgio. Come Croce Viola, di cui ero allora Presidente, invitammo le autorità sanitarie e amministrative della città a non accettarle a Milano e a verificarne al più presto i comportamenti. Intanto si faceva avanti un’altra croce privata, la Santa Rita. Anche in questo caso segnalammo rapporti scorretti con dipendenti ospedalieri e le imprese di pompe funebri".
Autolettiga della Croce Viola di Milano |
"Tutto il 1968 fu occupato a rendere edotte le autorità sanitarie e civili della città di quanto accadeva nel ramo della sanità ove operavamo. Stampammo, tra l’altro, alcune migliaia di volantini, che i nostri volontari e autisti distribuivano negli ospedali ove si recavano per servizi. Si chiedeva la municipalizzazione dei servizi funerari. Ma affrontare da soli il problema sarebbe stato un atto eroico, che avrebbe messo a rischio la sopravvivenza della Croce Viola; bisognava coinvolgere tutte le Croci tradizionali, che erano sane”.
Volantino diffuso dalla Croce Viola nel 1968 |
"Fui invitato – prosegue il Dott. Bartoli - ad un incontro di Presidenti di Pubbliche Assistenze. Sarebbe stato presente anche il Presidente della Federazione Nazionale. Poiché in quel periodo mi trovavo all’estero, vi partecipai con uno scritto, che è oggi un ingiallito documento. In esso, chiedevo la costituzione di un comitato avente lo scopo di dar vita ad un’Unione Croci della città, poiché per le nostre Croci il potere rivendicativo era quasi nullo. Qualsiasi decisione, presa da enti quali Ospedali, INAM, Comune, veniva a nostro discapito e non aveva mai determinato nostre efficaci reazioni di difesa: eravamo sempre stati vittime di tali decisioni".
"Ci mancava qualche cosa che a livello cittadino ci rappresentasse tutte e che affrontasse i problemi che una singola Croce non poteva risolvere da sola. Bisogna pertanto al più presto compiere il primo passo nella direzione giusta, dare nuova vita a questo strumento rappresentativo, indispensabile per la vita delle nostre associazioni”.
La nascita dell’Unione Lombarda
“Dott. Bartoli, ci racconta come fu accolta la sua proposta?”
“La mia proposta suscitò molto interesse, ma le Croci tradizionali facevano capo alla Federazione Nazionale ed in verità nutrivo poche speranze di riuscire a unirle, anche perché più di una diffidava di noi della Croce Viola, che eravamo nati da una cellula di partito ed avevamo uno statuto diverso dal loro, essendo una cooperativa. Ebbero luogo alcuni incontri tra le Croci, ma con esiti scarsi. Fu invece determinante un mio incontro con l’Avvocato Foglia della Croce Verde A.P.M., che aveva anche una carica nella Federazione Nazionale. Ricordo che l’’incontro avvenne per strada… Foglia non mi lasciò nemmeno parlare… mi lodò per quello che aveva fatto con la Croce Viola, mi disse di fargli avere la domanda di adesione alla Federazione Nazionale e mi assicurò che avrebbe fatto delle telefonate. Fummo così rapidamente accolti nella Federazione Nazionale ed il 13 gennaio 1969 poté finalmente nascere l’Unione Regionale Lombarda”.
“Quali furono le Croci fondatrici dell’Unione Regionale Lombarda?”
“Le Croci fondatrici furono otto: sei di Milano, Croce Viola, Croce D’Oro, Croce Rosa Celeste, Croce Verde A.P.M., Croce Verde Baggio e Croce Verde Sempione; una di Pavia, la Croce Verde Pavia, ed una Croce di Milano che oggi non esiste più, la Croce Italia".
"Nel marzo del 1969 contattammo anche la Croce Bianca di Milano, che si dichiarò però inizialmente restia ad entrare nell’Unione in quanto, disponendo di molte sezioni, avrebbe avuto un solo voto. In seguito però aderì anch’essa all’Unione Regionale come Bianca Centro e Bianca Vialba”.
L’Unione Regionale Lombarda iniziò immediatamente a farsi conoscere e ad accreditare il proprio ruolo nei confronti delle Istituzioni.
Ricorda oggi il Dott. Bartoli: “…ci stava particolarmente a cuore il centralino che coordinava le chiamate di soccorso. Era gestito dai vigili urbani, alla cui guida c’era il comandante Stefano Pastorino. Con lui ebbi un proficuo colloquio. Lo resi edotto della nostra ansia perché il centralino fosse gestito da personale con una appropriata cultura sanitaria. Gli mostrai ricevute di servizi delle Croci nate ultimamente a Milano che testimoniavano comportamenti scorretti e lo invitammo ad intervenire. Fu poi la volta della Prefettura. Il 28 febbraio 1969 incontrai il Prefetto di Milano, a cui illustrai i programmi del nostro Ente”.
La massima autorità sanitaria in città a quei tempi era il Medico Provinciale. Il 7 febbraio 1969 l’Unione gli inviò una lettera per chiedergli di non concedere autorizzazione alla nuova Croce Ambrosiana, “…che verrebbe ad accentuare un già grave stato di caos esistente nel campo del pronto soccorso milanese”.
Nel verbale della riunione del consiglio dell’Unione del 1° marzo 1969 leggiamo: “...ha avuto luogo un incontro presso il Medico Provinciale dott. Molese, a cui è stato illustrato il motivo dell’opposizione delle Croci dell’Unione alla nascita di nuove Croci a Milano città. Tale nascita determina un ridimensionamento delle altre, con inutilizzazione di autoambulanze, liquidazione di equipaggi, appesantimento dei costi di gestione. Inoltre sono prive di requisiti morali. La medicina in mano a privati tende a fare del paziente un oggetto di guadagno; per convenienza economica si rifiuta di intervenire a soccorrere le vittime di un incidente stradale a pochi metri per farlo invece effettuare ad una Pubblica Assistenza dislocata a chilometri di distanza. Il dott. Molese sosterrà l’opportunità dell’inclusione di un rappresentante delle Croci nella Commissione che sta strutturando i servizi di pronto soccorso nell’area provinciale e che faranno capo al nuovo numero telefonico 113”.
In una lettera inviata l’8 aprile 1969 al Ministero della Sanità e al Prefetto di Milano leggiamo che “…lo scarso impegno economico della collettività nel campo sanitario e la mancanza di un programma organizzativo dello stesso determinano una situazione caotica nel tessuto operativo delle Croci. Le difficoltà che ne derivano le rendono vulnerabili a critiche ed attacchi da parte di chi non approfondisca le cause di queste difficoltà, difficoltà che sono causa di sconforto e di disimpegno nelle migliaia di soci dirigenti e volontari delle Croci. Le nostre pubbliche assistenze intendono reagire a questo processo che attenta alla loro vita ed a tal fine si è creato un organo rappresentativo: l’Unione Regionale”.
I passi successivi
Il consiglio dei Presidenti del 3 aprile 1969 affrontò il problema di dotare l’Unione di uno statuto; fu preso a riferimento quello della Unione Regionale Toscana.
L’8 aprile 1969 fu approvato un accurato resoconto circa la situazione dell’assistenza e trasporto dell’ammalato nella città di Milano, contenente una serie di dieci proposte per migliorarlo, che fu inviato a varie autorità:
1.Costituire una Commissione permanente fra tutti gli enti coinvolti nel campo del pronto soccorso per affrontare problemi di loro competenza.
2. Il centralino 7733 che coordina le chiamate di soccorso è stato voluto dalle Croci tradizionali e realizzato dal Comune. Deve ora dotarsi di personale sanitario per rendere razionali gli interventi e valutarne l’urgenza, anche per evitare “uno sregolato uso delle sirene”, con anche la possibilità da parte dell’Unione di poterlo controllare, onde escludere anche “remoti sospetti” di favoritismi.
4. Il volontario va gratificato. Comune e Amministrazione Provinciale dovrebbero includere qualcuno di questi fra i “Cittadini Emeriti”, scelti fra una rosa di candidati proposti dall’Unione.
5. Richiesta di aiuto indiretto alle Croci. Fornire sedi, favorire una giornata delle Croci.
6. La Lombardia e in particolare Milano lamentano una alta patologia da traumi, dovuta sia agli infortuni sul lavoro che alla elevata motorizzazione."...È indispensabile esaminare come strutturare un servizio di rapido trasporto di un traumatizzato nel luogo più adatto al tipo di trauma”. Si evoca quindi la necessità che il mezzo di trasporto di un paziente debba poter comunicare con la struttura sanitaria che lo deve accogliere.
7 e 8. l’Unione Regionale Lombarda non è contraria che a Milano arrivino altre Croci, ma a due condizioni: che ve ne sia bisogno e che siano oneste. Se ve ne sono troppe, aumenta il costo di questo servizio, se poche aumentano i tempi di attesa. “Vi deve essere un numero programmato di mezzi come già avviene atto da lungo tempo per i taxi. Quando diciamo che non vogliamo altre Croci a Milano non è per difendere un monopolio, ma perché già adesso i mezzi sono in eccedenza. Va incentivata la nascita di Croci in provincia, ove vi è carenza. Lo ha fatto recentemente la Croce Viola, che ha dato vita a due Croci, una a Cesate e un’altra a Rozzano, che agiscono in piena indipendenza”.
9. Istituire un corso di educazione sanitaria sul pronto soccorso, obbligatorio per chi operi in una Croce, e dar vita ad una pubblicazione dove trovino spazio i problemi del pronto soccorso. Questa richiesta troverà immediata risposta con l’istituzione del corso in 8 lezioni per soccorritori dei traumatizzati del traffico, diretto dal Prof. Staudacher presso l’ospedale Policlinico di Milano.
10. Ottenere un’appropriata sede per l’Unione Regionale, fornita dalle autorità preposte alla salute pubblica.
Tariffe di trasporto per l’anno 1970 |
La nascita dell’Unione Regionale Lombarda e il suo operare a ritmi serrati ottenne immediatamente una gratifica da parte della Federazione Nazionale Pubbliche Assistenze, che decise di convocare a Milano, il 13 aprile 1969, il proprio Consiglio Nazionale.
L’evento trovò rilievo sulla stampa: il 18 aprile 1969 “L’Unità” scrisse che “…il Consiglio Nazionale si è tenuto a Milano dopo 15 anni a sottolineare il consenso allo sforzo che vanno facendo le Croci Lombarde in questo ultimo anno per superare le molte lacune del ramo della sanità dove operano”.
Altri articoli furono pubblicati da “l’Avvenire”, “L’Avanti” e “La Notte”, che contribuirono a dare popolarità ai programmi della neonata Unione Regionale.
“Fu un benefico mezzo terremoto – ricorda il Dott. Bartoli - a Milano si accorciarono di molto i tempi di realizzazione di quanto andavamo proponendo… ed anche per il resto d’Italia fu un invito a potenziare questo ramo della sanità e crearlo dove ancora non c’era”.
L’Unione Regionale Lombarda era diventata una realtà; negli anni seguenti crebbe e si rafforzò, continuando a svolgere il fondamentale ruolo di coordinamento delle Pubbliche Assistenze della Lombardia.
L’archivio comprende verbali, relazioni, lettere, fotografie, articoli di stampa, tutti relativi alla nascita ed ai primi anni di attività dell’Unione Regionale Lombarda, dal 1968 al 1970.
La nascita dell’Unione fu promossa dalla Croce Viola, che all’inizio la gestì. Il merito del mantenuto ricordo del suo esordio va dato soprattutto a Elda Pennecchi, segretaria della Croce Viola, la quale, senza che nessuno glielo ordinasse, archiviò tutti i documenti che riguardavano l’Unione. L’Unione Regionale deve molto ad Elda, che rifiutò qualsiasi riconoscimento economico per il lavoro che fece in più a favore della Unione.
Nel 1970, dopo oltre un anno di impegno, il consiglio della Croce Viola decise di cessare la gestione dell’Unione, ritenendo che la stessa fosse ormai in grado di camminare da sola, ed affidò al Dott. Aldo Bartoli la documentazione storica che la riguardava.
Questa documentazione, grazie alla generosità del Dott. Aldo Bartoli, è stata recentemente conferita all’Archivio Regionale e Nazionale di ANPAS ed è a disposizione di quanti vogliano farne oggetto di studio.
Ringrazio sentitamente il Dott. Aldo Bartoli per la sua disponibilità e cortesia e per scelto di conferire ad Anpas Lombardia tutta la documentazione in suo possesso. Ringrazio altresì il Comitato Regionale di Anpas Lombardia, proprietaria del materiale, per avermi concesso di utilizzarne una parte per la realizzazione di questo articolo.