I volontari della Croce Verde A.P.M. caduti nella prima guerra mondiale

In quest’anno 2024, in cui ricorre il 110° anniversario dello scoppio della prima guerra mondiale ed il 125° anniversario di fondazione della Croce Verde A.P.M., ho voluto dedicare una ricerca ai volontari che andarono in guerra e che non tornarono più.


Il 24 maggio del 1915 l’Italia entrava in guerra contro l’Impero austroungarico, a fianco di Russia, Francia e Inghilterra. Furono 5 milioni e 200.000 gli italiani richiamati alle armi; la guerra piano piano portò via decine di volontari della Croce Verde A.P.M. di Milano, che dovettero partire per il fronte. In sede rimasero ben pochi militi: i giovanissimi, in attesa di essere richiamati a loro volta, gli anziani e i pochi che non erano idonei al combattimento.

Il 4 novembre 1918, al termine del conflitto, l’Italia contò più di 600.000 morti ed oltre un milione e mezzo di feriti, tra cui 500.000 mutilati o invalidi permanenti. Anche la Croce Verde A.P.M. pagò a caro prezzo il proprio tributo di sangue.

Il 3 luglio 1920, nel salone dell’Istituto dei Ciechi in via Vivaio, la Croce Verde A.P.M. organizzò una prima cerimonia di commemorazione dei militi caduti in guerra. Al termine della cerimonia, nella sede di Via Stella 31 (ora via Corridoni) fu inaugurata una lapide, contenente i nomi di 6 volontari morti in battaglia.

Due anni dopo, nel 1922, nel corso di un’altra cerimonia, furono affiancate a questa prima lapide altre due lapidi, riportanti i nomi di altri 21 militi che avevano sacrificato la loro vita per la Patria. 

In totale furono quindi 27 i volontari che non fecero ritorno. 

Non mi è stato possibile stabilire quali di questi volontari provenissero dalla Assistenza Pubblica Milanese e quali invece dalla Croce Verde; gli archivi storici delle due associazioni sono purtroppo andati dispersi.

Negli archivi della Croce Verde A.P.M. ho però ritrovato una rara fotografia, scattata nel 1925 nel cortile della sede di Via Stella 31, in occasione della inaugurazione di due nuove autolettighe. In questa foto si vedono le tre lapidi con i nomi dei 27 volontari caduti.

1925 – Le tre lapidi con i nomi dei militi caduti nella prima guerra mondiale (Archivio C.V.A.P.M.)

La sede di via Stella fu distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Quando nel 1950 la Croce Verde A.P.M. costruì la sua nuova sede in Via San Vincenzo, fu deciso di collocare nell’atrio una nuova lapide, riportante i nomi dei 27 caduti durante la prima guerra mondiale. Poiché l’archivio storico dell’Associazione era disperso, l’elenco dei nominativi da iscrivere sulla lapide fu ricostruito probabilmente a memoria, con alcuni involontari errori nei nomi e nelle date di morte.

La lapide del 1950 nell’atrio della Sede di Via San Vincenzo

Una approfondita ricerca, effettuata incrociando i nominativi iscritti sulla lapide con le principali banche dati dei caduti nella prima guerra mondiale, mi ha consentito di ricostruire l’elenco esatto dei 27 militi deceduti e di raccogliere successivamente alcune informazioni su di loro e sulla loro vicenda bellica.

Venti militi caduti erano nati a Milano, due in provincia di Milano ed uno rispettivamente nelle provincie di Pavia, Lodi, Monza e Sondrio. Il ventisettesimo caduto era nato in Francia da genitori italiani emigrati.

Il più anziano volontario è morto in combattimento all’età di 32 anni, il più giovane aveva solo 18 anni. L’età media dei volontari caduti al momento della loro morte è di soli 24 anni.

Venticinque volontari caduti facevano parte del Regio Esercito, due appartenevano alla Croce Rossa Militare. Tra i venticinque militari, solo due avevano il grado di ufficiale; uno era sergente, sei erano caporali e gli altri sedici soldati semplici. Ecco per ciascuno di loro le informazioni che sono riuscito a raccogliere.

Milite Gregorio Trombetta

Il primo caduto della Croce Verde A.P.M. morì quando l’Italia non era ancora entrata in guerra. Nato a Milano il 16 novembre 1887 in una famiglia di ardenti patrioti, socio fondatore della Croce Verde, allo scoppio del conflitto Gregorio volle arruolarsi in Francia in una legione di volontari insieme ad altri italiani. 

La bandiera dei volontari italiani in Francia

Gregorio Trombetta è il primo a sinistra della fila in alto (da https://cefalunews.org)

Con il grado di Tenente, Gregorio Trombetta fu inviato sul fronte delle Argonne, ove morì in combattimento a 27 anni il 26 dicembre 1914.

Corriere della Sera, 31 gennaio 1915

A Gregorio Trombetta ho dedicato alcuni anni fa una dettagliata ricerca, che è possibile leggere al seguente indirizzo:

https://minissiblog.blogspot.com/2020/08/1914-gregorio-trombetta-volontario-e.html

Il suo corpo è tutt’ora sepolto in Francia, nel cimitero militare italiano di Bligny, nel dipartimento della Marna.

Milite Giuseppe Allegri

Nacque il 19 gennaio 1892 a San Giorgio Lomellina, in provincia di Pavia. Richiamato alle armi, grazie alla sua esperienza di volontario della Croce Verde A.P.M., fu inquadrato nella Croce Rossa Militare con il grado di Caporale ed inviato al fronte.

Militi della Croce Rossa in un ospedale da campo (da www.difesa.it) 


Sopravvissuto agli eventi bellici, il Caporale Allegri è purtroppo deceduto all’età di 27 anni per malattia il 23 febbraio 1919 all’Ospedale Militare di Tappa di Verona. È sepolto nel Sacrario Militare del Cimitero di Verona.

Avviso di morte del Caporale Giuseppe Allegri (Archivio di Stato di Verona)

Milite Felice Arbizzoni

Nato a Milano il 25 aprile 1889, Felice Arbizzoni viene richiamato alle armi all’inizio del conflitto ed inquadrato come Soldato nel 111° Reggimento Fanteria, facente parte della Brigata Piacenza. 

Cartolina del 111° Reggimento Fanteria (da www.picocavalieri.org)

Nel maggio del 1915 il Reggimento fu inviato al fronte sul Monte San Michele, nel Carso. Qui partecipa con la Brigata alla 3^ Battaglia dell’Isonzo, occupando e sorpassando più volte le cime 3 e 4 del San Michele, sempre ricacciato dai contrattacchi austriaci. 

Il 28 agosto 1915 il Reggimento fu mandato all’attacco della ridotta austriaca del Boschetto, a quota 141. L’assalto però, per l’insufficiente preparazione dell’artiglieria da montagna, s’infranse contro i poderosi trinceramenti nemici. Il reggimento fu ricacciato sulle posizioni di partenza con gravi perdite, tra cui il soldato Arbizzoni, che morì in combattimento quel giorno a soli 26 anni. Il suo corpo è sepolto a Milano, al Cimitero Monumentale.

Tomba di Felice Arbizzoni al Cimitero Monumentale di Milano

Milite Rinaldo Riva

Nato a Milano il 2 Marzo 1896. Il suo nome è stato erroneamente trascritto come Arnaldo sulla lapide del 1950. Fu richiamato alle armi nel 1916 ed inquadrato come Caporale nel 209° Reggimento Fanteria, facente parte della Brigata Bisagno.

Cartolina del 209° Fanteria (da eBay)

La Brigata si costituisce a Castions di Strada (Udine) e nel mese di luglio del 1916 viene inviata sul Monte Cimone, l’ultima frontiera per impedire al nemico lo sblocco nella pianura vicentina.  All’inizio di agosto, i continui tentativi di sfondare a quota 1217, dove il nemico si è asserragliato, non giungono però ai risultati sperati. Il Caporale Riva muore in combattimento sul Monte Cimone il 4 agosto 1916, a soli 20 anni d’età.

Il Monte Cimone (da Fondo Museo Francesco Baracca - Sezione Garinei)

Nel 1929, alla presenza del principe ereditario Umberto di Savoia, fu inaugurato sul Monte Cimone un ossario, nel quale furono tumulati i resti di 1.210 militari ignoti, raccolti sul campo di battaglia o esumati da sepolture provvisorie. Il caporale Riva giace probabilmente tra questi.

Milite Giovanni Battista Bianchi

Nasce a Fourneaux, nella Savoia francese, da una famiglia di emigrati italiani, il 30 dicembre 1893. Trasferitosi a Milano, presta servizio volontario in Croce Verde A.P.M.  Viene richiamato alle armi ed assegnato come Soldato alla nona compagnia del 25° Reggimento Fanteria, appartenente alla Brigata Bergamo.

Soldati di fanteria nella prima guerra mondiale (da Facebook)


Nel 1916 la Brigata è schierata sul fronte dell’Isonzo, nei pressi di Tolmino, alternando tra prima e seconda linea i suoi reparti. Non prende parte ad avvenimenti degni di particolare nota: la sua attività è caratterizzata, oltre che dal faticoso servizio di trincea, da azioni dimostrative, scontri di pattuglie, episodi locali di breve portata. Il Soldato Bianchi muore per scoppio di granata nemica il 31 maggio 1916 a Ciginj, frazione di Tolmino. Aveva 22 anni.

       Avviso di morte del Soldato Bianchi (da www.14-18.it)

Milite Carlo Verga

Nato a Milano il 6 dicembre 1886, viene richiamato alle armi come Soldato nel 75° Reggimento Fanteria della Brigata Napoli. Nella primavera del 1916 gli uomini della Napoli, dopo un periodo di riposo trascorso ad Aquileia, rientrano in linea nella prima metà di febbraio nel settore di Monfalcone, alle dipendenze della 16^ divisione: qui rimarranno sino al 12 luglio. Fra il 14 ed il 17 giugno la Brigata attacca ed occupa la quota 108 mantenendola contro i ritorni offensivi del nemico.

Cartolina della Brigata Napoli – 1916 (da www.ilpostalista.it)


Una nuova azione viene condotta felicemente fra la fine di giugno e la metà di luglio contro le alture ad est di Monfalcone e frutta l’occupazione delle quote 121 e 85. In queste azioni, la Brigata perde oltre 3000 uomini e 96 ufficiali: tra di essi, il Soldato Carlo Verga, che il 16 giugno 1916 muore a Monfalcone, presso la XIV Sezione di Sanità, per ferite da combattimento. Aveva 29 anni. È sepolto al Sacrario di Redipuglia, Fila 21, Tomba 38253.

Milite Giovanni Battista Orsini

Nasce a Milano il giorno di Natale del 1893. Richiamato alle armi, viene incorporato nell’8° Reggimento Bersaglieri, con il quale partecipa alla Grande Guerra battendosi nel Cadore e poi sul Piave. 

Bersaglieri all’assalto (quadro di Luigi Stracciari)

Per il comportamento dei suoi bersaglieri l’8° Reggimento merita, oltre all'Ordine Militare d'Italia, una Medaglia d'Argento ed una di Bronzo al Valor Militare. Nell’estate del 1918, sul fronte del Piave, il Bersagliere Orsini viene ferito in combattimento e successivamente preso prigioniero dal nemico. Trasportato in gravi condizioni all’Ospedale di Udine, muore in prigionia il 6 luglio del 1918, a 24 anni.

Milite Luigi Masini

Nato a Milano il 29 giugno 1896. Si arruola volontario a 20 anni nel Reggimento Artiglieria a Cavallo di Milano, le Voloire. Assegnato alla 381^ Batteria Mortai, viene inviato sul fronte del Pasubio, una montagna che resterà per sempre legata alla strenua resistenza delle truppe italiane durante la “Strafexpedition” del 1916, quando Alpini, Artiglieri e Fanti riuscirono a fermare gli austro-ungarici poco prima della loro discesa verso la pianura vicentina.

Artiglierie italiane sul Monte Pasubio (da www.giulionicetto.it)

Il 10 settembre 1916 il Caporale Luigi Masini muore sul Pasubio a soli 20 anni per ferite da schiacciamento, conseguenti al crollo di una caverna per fatto di guerra.

Avviso di morte del Caporale Masini (da www.14-18.it)

Milite Domenico Spinelli

Nato a Cologno Monzese (MI) il 3 agosto 1895. Viene arruolato all’inizio delle ostilità come Soldato nel 10° Reggimento Fanteria della Brigata Regina.


Cartolina della Fanteria 1915-6 (www.storiaememoriadibologna.it)

La Brigata Regina venne destinata sin dall'inizio della guerra sul fronte dell'Isonzo, ove rimase per oltre due anni, legando il suo nome agli avvenimenti qui accaduti, soprattutto a quelli del Monte San Michele.

Prende parte alla Terza battaglia dell'Isonzo (18 ottobre-4 novembre), con obiettivo il paese di San Martino del Carso; in durissimi scontri alla baionetta, superando più ordini di trincee protette da profondi reticolati, la Regina arriva a circa 250 metri dall'abitato, dove si ferma su posizioni difensive.

Soldati in trincea (da www.ilfattoquotidiano.it)

Le perdite sono elevatissime: 1500 uomini e 65 ufficiali. Tra di esse, il Soldato Spinelli, che viene ferito in combattimento; trasportato a Sagrado, nell’ospedale della 21^ Sezione di Sanità, muore il 31 ottobre 1915. Anch’egli aveva solo 20 anni. Il suo corpo riposa nel Sacrario di Redipuglia, fila 19, tomba 35511.

Milite Ambrogio Cattaneo

Nato a Milano il 1° maggio 1896, è arruolato come Caporale nell’89° Reggimento Fanteria della Brigata Salerno. 

Cartolina dell’89° Reggimento Fanteria (www.storiaememoriadibologna.it)

Nell’estate del 1916 la Brigata è schierata sul fronte dell’Isonzo, nel settore di Doberdò. Il 14 settembre, con un attacco decisivo, riesce a superare le linee nemiche, ma alla sera, con forze rilevanti, il nemico contrattacca violentemente ed i nostri, dopo strenua resistenza, sono costretti a ripiegare con ingenti perdite. 

Ospedale chirurgico mobile Città di Milano (da www.europeana.eu)

Tra di esse, il Caporale Cattaneo, che rimane ferito alla regione dorsale da una pallottola di Schrapnell e viene trasportato a Pieris, al 2° Ospedale Chirurgico Mobile Città di Milano, ove, malgrado le cure prestategli, muore l’11 novembre 1916, anch’egli a soli 20 anni. 

Avviso di morte del Caporale Cattaneo (da www.14-18.it)

Seppellito nel Cimitero Militare di Beliano a Pieris, dopo la fine della guerra i suoi resti vengono traslati al Sacrario Militare di Piazza S. Ambrogio a Milano.

Milite Paolo Stefanelli

Nasce a Milano il 23 agosto 1894. Arruolato come Soldato nel 68° Reggimento Fanteria della Brigata Palermo, fu inviato sul Carso. Durante la IV° Battaglia dell'Isonzo (10 novembre - 2 dicembre 1915), la Brigata assalì il Monte San Michele, riuscendo ad arrivare fin sotto i reticolati della cima. Elementi del 68° aprirono due varchi, da dove le compagnie d'assalto tentarono l'infiltrazione, bloccata con gravi perdite dal fuoco delle mitragliatrici che l'avversario aveva piazzato a protezione della sua zona a rischio.

Soldati italiani all’assalto (www.storiaememoriadibologna.it)

In questo assalto, il Soldato Stefanelli rimase gravemente ferito: fu colpito all’emitorace sinistro da una pallottola che penetrò nella cavità toraco-addominale. Trasportato all’Ospedale da Campo n. 003 di Palmanova, morì a 21 anni il 4 dicembre 1915.

Avviso di morte del Soldato Stefanelli (da www.14-18.it)

Milite Giuseppe Comi

Nasce a Bresso, in provincia di Milano, il 19 agosto 1889. Richiamato alle armi con il grado di Caporale nel 42° Reggimento Fanteria della Brigata Modena, viene inviato al fronte nell’alta valle dell’Isonzo.

Soldati in trincea (da www.eunews.it)

Dal 21 al 25 luglio 1915 il Reggimento partecipa alle azioni che i gruppi Alpini svolgono dal Monte Nero contro la quota 2163 (Monte Rosso) ed il Costone di Luznica, conquistando alcune trincee, mantenute poi con duri sacrifici contro i ritorni offensivi del nemico, sostenuti da intenso fuoco di artiglieria. 

Soldati all’assalto sul Monte Nero (da www.battagliadelsolstizio.it)

Nei combattimenti di questo periodo, la Brigata perde 1055 uomini, dei quali 26 ufficiali. Tra essi, il Caporale Comi, che muore sul Monte Nero per ferite in combattimento il 25 Luglio 1915, all’età di 25 anni. I suoi resti riposano nel Sacrario Militare di Piazza S. Ambrogio a Milano.

Militi Amilcare Zannoni, Federico De Martini e Gaetano Fassini

Questi tre volontari della Croce Verde A.P.M. condividono la giovane età e il medesimo tragico destino.

Amilcare nasce a Milano l’11 agosto 1897, Federico nasce a Milano il 20 maggio 1898, Gaetano il 30 agosto 1898. Amilcare viene richiamato alle armi nel 41° Reggimento Fanteria della Brigata Modena; Federico e Gaetano nel 25° Reggimento Fanteria della Brigata Bergamo. Tutti e tre sono Soldati semplici.

Nell’estate del 1917, XI° Battaglia dell’Isonzo, la Brigata Modena è schierata nel settore di Vertojba, a sud-est di Gorizia, in vista dell'imminente offensiva verso l'Altipiano della Bainsizza;  la Brigata Bergamo è all’ala sinistra della 3° Armata ed opera il 17 agosto contro il paese di Raccogliano, raggiunto e superato nelle prime fasi della battaglia. L’attacco si sposta poi contro quota 86 a nord del paese di Vertojba: per gli austriaci si tratta di una posizione di grande importanza, nulla possono gli sforzi dei fanti della Brigata contro le fortissime difese e le numerose postazioni di mitragliatrici avversarie; dopo alcuni giorni la Bergamo ormai dissanguata viene ritirata dai combattimenti.

(da www.fondazionecarigo.it)

Dopo qualche giorno di riposo, per colmare i vuoti prodotti dalle forti perdite (1600 uomini dei quali 40 ufficiali), la Brigata Bergamo ritorna il 27 agosto in trincea, sulla fronte quota 174 Est - Belpoggio (Monte S. Marco di Gorizia). Qui tenta la conquista di q. 193 - Sanatorio, la collina maledetta, una vera porta per l’inferno. Nulla viene lasciato di intentato, ma neppure un metro di quella collina passa in nostro possesso. La Bergamo ormai con gli effettivi ridotti al minimo rientra nelle retrovie.

Caduti italiani (da www.globalist.it)

Il Soldato Zannoni, all’età di 20 anni, viene dichiarato disperso in combattimento a Vertojba il 19 agosto 1917. Il giorno seguente, 20 agosto 1917, il Soldato De Martini muore anch'egli a Vertojba per ferite in combattimento. Nove giorni dopo, il 29 agosto 1917, il Soldato Fassini viene dichiarato disperso sul Monte San Marco. Il giorno dopo avrebbe compiuto 19 anni, come il suo compagno De Martini.

Milite Filiberto Del Vincenzo

Nasce a Spriana, in provincia di Sondrio, il 20 giugno 1894. Trasferitosi a Milano, è volontario della Croce Verde A.P.M. prima di essere richiamato alle armi come Caporale nell’83° Reggimento Fanteria, facente parte della Brigata Venezia.

Cartolina della Brigata Venezia (da www.storiaememoriadibologna.it)
 

Alla fine di agosto del 1917 i reparti della Brigata Venezia giungono in prima linea sull’altopiano della Bainsizza, a nord est di Gorizia, quando è in pieno svolgimento l'Undicesima battaglia dell'Isonzo. Il 18 settembre, dopo alcuni giorni di calma relativa impiegati nel rafforzamento delle linee, la Brigata estende a destra la sua fronte, occupando con un battaglione dell'84° e con reparti mitragliatrici il tratto di linea fino a Caverna, a sud-est di Fobca. 

Linee del fronte sull’altopiano della Bainsizza (da www.esercito.difesa.it)


Per le azioni sull’altopiano della Bainsizza le bandiere dei reggimenti vennero decorate della medaglia d’argento al valore militare. Il Caporale Del Vincenzo cade a Madoni, sull’altopiano della Bainsizza, il 20 settembre 1917, mortalmente ferito da granata nemica. Aveva 23 anni.

Milite Gerolamo Belloni

Nato a Milano il 7 gennaio 1895, insieme al Tenente Trombetta è l’unico volontario della Croce Verde A.P.M. che partecipò alla Grande Guerra con il grado di ufficiale. Fu infatti arruolato come Sottotenente nel 6° Reggimento Bersaglieri, appartenente alla 1^ Brigata Bersaglieri.

Bersagliere all’assalto (da www.storiaememoriadibologna.it)

Nell’autunno del 1917 la Brigata è sul Carso, alle dipendenze della 45° Divisione, che ha il compito di conquistare il monte Veliki Hriback; l’azione viene tentata la notte del 12 settembre, con esito disastroso sia per le condizioni del terreno, fangoso e dirupato, sia per la reazione nemica: la Brigata perde 42 ufficiali e 1029 bersaglieri.

Il 6° Bersaglieri torna in linea solo il 1° novembre nel Vallone alle spalle di Doberdò, impegnandosi nell’attacco al monte Pecinka.

Bersaglieri caduti sul monte Pecinka (dawww.lombardiabeniculturali.it)

L’attacco ha in un primo momento esito favorevole e le truppe di testa si affermano sulla cima del Pecinka, quota 308, dove tutto il reggimento si raccoglie per proseguire il giorno seguente l’azione contro la quota 278. Durante la notte la reazione dell’artiglieria austriaca è tale da non permettere alcun movimento in avanti, tuttavia vengono respinti diversi contrattacchi nemici e mantenute le posizioni di quota 308. La Brigata perde altri 37 ufficiali e 1039 bersaglieri, tra i feriti gravi anche il comandante del 6° Reggimento. Tra gli ufficiali caduti, anche il Sottotenente Belloni, morto per ferite in combattimento il 3 novembre 1917, a 22 anni.

Milite Paolo Lorandi

Nasce a Milano il 14 marzo 1891; viene richiamato alle armi come Soldato nel 23° Reggimento Fanteria della Brigata Como.

Cartolina Reggimentale della Brigata Como (da www.ilpostalista.it)

In seguito alla rotta di Caporetto, nella seconda metà di ottobre del 1917, la Brigata è costretta, a partire dalla notte del 3 novembre, a lasciare le posizioni dell'Alto Cadore. Giunge l'11 a Quero, sulla riva destra del Piave, con il compito di interdire la discesa in Val Fiave al nemico proveniente dal nord. La Brigata organizza quindi la difesa sulla linea Monte Fontanasecca - Rocca Cisa - Monte Cornella - Quero. 

Il paese di Quero ed il Monte Cornella durante la Grande guerra (da  www.altratecnica.it)

Sebbene battuti di fianco e di rovescio dall’artiglieria nemica, i fanti della Brigata Como resistono all’arma bianca; solo il giorno 17, sopraffatti dal numero dei nemici, i gloriosi superstiti (la Brigata ha perduto dall'11 al 17 novembre 3000 uomini e 92 ufficiali) si ritirano in ordine a Monte Tomba e Monfenera.

Il Soldato Lorandi muore il 18 novembre 1917 a 26 anni per ferite in combattimento presso l’Ospedaletto da Campo n. 62 sul Monte Cornella di Quero. Il suo corpo riposa al Sacrario di Sant’Ambrogio a Milano.

Milite Pietro Colombo

Nasce a Milano il 26 giugno 1898. Nella lapide del 1950 il suo cognome è erroneamente riportato in Colombi. Viene richiamato alle armi come Soldato e destinato al 62° Reggimento Fanteria della Brigata Sicilia.

Alla fine di luglio del 1916, su richiesta degli Alleati, la Brigata Sicilia era stata destinata al fronte macedone, all’interno di un corpo di spedizione italiano di 44.000 uomini. Le truppe iniziarono a partire dal porto di Taranto nell'agosto 1916. Gli italiani arrivarono a Salonicco e il comando dell'Intesa affidò alle forze italiane l'incarico di difendere il settore di Kruscia-Balcan, ad est del lago Doiran: una linea di circa 50 chilometri, particolarmente esposta agli attacchi dei bulgari.

Sbarco degli italiani a Salonicco da www.alpinimilanocentro.it)

Dalla fine di dicembre del 1916 al settembre del 1918, la Brigata Sicilia condusse in Macedonia una logorante guerra di trincea. Era una zona priva di vegetazione e di appigli naturali, paludosa e malsana nella parte bassa, aspra e priva di ogni comodità in quella montana. Il clima era torrido d’estate e glaciale d’inverno. Il nemico dominava la linea del fronte dall’alto delle vette e poteva riversare su di essa il fuoco delle sue artiglierie, talvolta con l’uso di aggressivi chimici.

Si ripeterono anche qui gli scenari della guerra di posizione, con l’aggravante che la distanza dall’Italia e l’insufficienza dei mezzi di trasporto impedirono a molti militari di usufruire delle licenze alle quali avevano diritto. Gli stessi problemi resero anche irregolare il servizio postale. E ciononostante i soldati italiani sopportarono gli inconvenienti e i disagi con encomiabile stoicismo.

La trincea di prima linea di Quota 1050 (Da L'Illustrazione italiana, 29 settembre 1918)

All’inizio del 1918, la Brigata si alternava tra il fronte (quota 1050, Jaratok) e la zona di riposo (Gnilesh, a est di Monastir / Bitola). Il soldato Colombo cadde in combattimento il 1° febbraio 1918, a 19 anni.  Il suo corpo riposa forse nel cimitero militare interalleato di Salonicco, che raccoglie le salme di tutti i caduti alleati sul fronte macedone.

Milite Felice Riva

Tra i 27 caduti della Croce Verde A.P.M. durante la prima guerra mondiale, Felice Riva è quello sul quale sono riuscito a scoprire di meno. So solo che nacque a Milano il 9 marzo 1887 e che venne richiamato alle armi nella Croce Rossa Italiana, molto probabilmente per la sua esperienza come volontario. Risulta morto per malattia a La Spezia il 12 luglio 1918, all’età di 31 anni.

Treno Ospedale della C.R.I. (da www.trentinograndeguerra.it)

Milite Agostino Mandrioli

Nasce a Brembio, in provincia di Lodi, il 9 agosto 1894. Viene arruolato come Soldato nel 78° Reggimento Fanteria, i famosi “Lupi di Toscana”.

Nel 1916 il 78° Reggimento conquistò il Monte Sabotino e il Dosso Faiti. Per questi atti eroici fu concessa la medaglia d'oro al valor militare, con la seguente motivazione: “Con impeto irrefrenabile assaltarono e travolsero le più formidabili posizioni, con orgogliosa audacia cercarono e sostennero la lotta vicina, fieramente sprezzando i più gravi sacrifici di sangue e acquistando fama leggendaria, sì che il nemico sbigottito ne chiamò “Lupi” gli implacabili fanti”.

Combatterono anche sull'Altopiano dei Sette Comuni, luogo dove sono ricordati per le loro gesta eroiche con alcune lapidi commemorative sparse sul territorio ed una cappella. 

Monte Sabotino. Monumento ai Lupi di Toscana (da Wikipedia)

Il Soldato Mandrioli risulta deceduto per malattia il 22 agosto 1918 a Verona, presso l’Ospedaletto da Campo n. 74. Aveva da poco compiuto 24 anni.

Milite Umberto Maccocchi

Nato a Milano il 1° agosto 1893. Richiamato alle armi come soldato nel 39° Reggimento Fanteria della Brigata Bologna. Nel giugno del 1918 la Brigata è schierata sul fronte del Montello. L'improvviso scatenarsi dell'offensiva nemica proprio in quella zona, considerata secondaria, coglie di sorpresa le nostre truppe, che sono costrette a cedere terreno. Fino al 23 giugno i combattimenti si susseguono con alterna fortuna, poi le truppe italiane riescono a rioccupare tutto il Montello; la Brigata Bologna respinge il nemico sulla sponda opposta del Piave. 

Soldati della Brigata Bologna (da www.pinterest.it)

Dopo il turno di riposo la Brigata è di nuovo mandata in linea sul Grappa. Qui purtroppo il soldato Maccocchi si ammala e viene ricoverato all’Ospedaletto da campo n. 109 a Seren del Grappa, ove purtroppo muore il 18 novembre del 1918, due settimane dopo la vittoria. Il suo corpo riposa a Milano, nel Sacrario di Sant’Ambrogio.

Milite Mario Turconi

Nasce a Milano il 26 ottobre 1888. Richiamato alle armi come soldato nella Prima Compagnia Mitraglieri. Non sono riuscito a scoprire in quale Brigata fosse inquadrato e di conseguenza dove abbia combattuto.

Nell’estate del 1918, come riportato in alcuni documenti anagrafici del Comune di Tregnago, in provincia di Verona, si ammalò di febbre intestinale e fu ricoverato nella locale Infermeria Avanzata, situata nelle scuole elementari, ove purtroppo morì il 7 settembre 1918, all’età di 29 anni.

Atto di morte (da Archivio di Stato di Verona)

Su questi documenti il suo cognome è riportato erroneamente come Tronconi. Riposa anch’egli a Milano, nel Sacrario di Sant’Ambrogio.

Militi Luigi Ponti e Giovanni Mariconti

I loro cognomi sono stati erroneamente trascritti nel 1950 sulla lapide nella sede di Via San Vincenzo (Conti e Maricondi). Entrambi nacquero a Milano: Luigi Ponti il 3 aprile 1889, Giovanni Mariconti il 31 marzo 1893.

Luigi Ponti fu richiamato alle armi come Caporale nel 150° Reggimento Fanteria della Brigata Taranto, di stanza nel 1917/8 sul monte Monfenera, alla destra del Piave.

Soldati sul fronte del Piave (da Wikipedia)

Giovanni Mariconti fu invece richiamato come Soldato nel 7° Reggimento Genio Telegrafisti.

Entrambi sopravvissero al conflitto, ma fecero ritorno a Milano affetti da gravi malattie, contratte al fronte, che risultarono loro fatali. Giovanni Mariconti morì a Milano il 12 gennaio 1919, Luigi Ponti otto mesi dopo, il 14 agosto 1919. Mariconti è erroneamente indicato come disperso nella lapide del 1950.

Militi Cesare Colnaghi e Aquilino Magni

Cesare Colnaghi era nato a Milano il 15 Luglio 1890. Aquilino Magni è erroneamente indicato come Magnani nella lapide del 1950; era originario di Villa San Fiorenzo, una frazione di Monza, ove era nato il 29 gennaio 1886.

Il Milite Colnaghi fu richiamato alle armi come soldato nell’8° Reggimento Artiglieria da Fortezza, le cui batterie erano dislocate in vari punti del fronte. Risulta deceduto a Bologna per malattia il 31 ottobre 1918, 4 giorni prima della Vittoria. Nella lapide del 1950 è erroneamente indicato come disperso.

Obice da 305 del Regio Esercito (da www.storiaememoriadibologna.it)

Aquilino Magni fu invece richiamato alle armi come soldato nel 10° Reggimento Bersaglieri, di stanza in Albania.

In Albania, nell’autunno del 1918, il Bersagliere Magni si ammalò, e fu quindi rimpatriato via mare in Italia e ricoverato a Molfetta, in provincia di Bari, ove nel Seminario Vescovile era stato organizzato l’Ospedale di Guerra n. 44, per accogliere i soldati malati. 

Il Seminario di Molfetta adibito ad Ospedale (da www. seminariomolfetta.org)

Qui Aquilino Magni morì, il 14 gennaio 1919, a 32 anni; è il più anziano tra i caduti della Croce Verde A.P.M. Nella lapide del 1950 è erroneamente indicato come disperso.

Qui termina la mia ricerca. Ho voluto ricostruire le vicende di questi 27 volontari per onorare la loro memoria e per ricordare ai volontari di oggi il loro sacrificio per la nostra Patria, affinché non vada dimenticato.

San Martino del Carso

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
È il mio cuore
il paese più straziato.

Giuseppe Ungaretti, 1919

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Per la ricerca dei caduti mi sono avvalso dei seguenti siti:

www.cadutigrandeguerra.it

www.14-18.it

www.difesa.it/il-ministro/cadutiinguerra/albodoro/29337.html

www.albodorolombardia.it

Per le vicende belliche delle varie Brigate mi sono avvalso dei seguenti siti:

www.storiaememoriadibologna.it

www.frontedelpiave.info

www.ilpostalista.it/brigate/brigate_153.htm

www.esercito.difesa.it

http://www.regioesercito.it

www.picocavalieri.org

 



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